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Sono almeno 60, 10 in più rispetto allo scorso 12 gennaio, i Paesi in cui, stando ai dati della scorsa settimana, si è già diffusa la variante britannica del nuovo coronavirus. È quanto ha fatto sapere l'Organizzazione mondiale della Sanità lanciando un allarme sulla velocità di diffusione di questa mutazione del virus.
A preoccupare è anche la variante sudafricana, che, come quella inglese, è molto più contagiosa del virus originale SARS-CoV-2, si diffonde più lentamente e - come si legge nel rapporto epidemiologica settimanale dell'Oms - è presente in 23 paesi e territori, 3 in più rispetto al 12 gennaio.
In un quadro che vede il virus continuare a mutare per cercare di sopravvivere e di diffondersi il più possibile rimane l'incognita dell'efficacia dei vaccini su queste nuove varianti. Mutazioni sono state identificate anche in Germania memtre in California è apparsa la variante L452R, in circolazione dal dicembre scorso e nata nel marzo 2020 in Danimarca. Varianti che si aggiungono a quelle inglese, australiana e brasiliana. A oggi sono 222 le mutazioni finora identificate sulla proteina Spike, utilizzata dal virus Sars-CoV-2 per aggredire le cellule umane, e sono circa 94 quelle del rivestimento del virus.
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Il Messaggero