(Teleborsa) - Le imprese del comparto fiere, congressi ed eventi – che ha un indotto diretto sul PIL di oltre 36 miliardi di euro e che occupa 570mila addetti – stanno...
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"Dopo una parvenza di ripresa nei mesi estivi e autunnali il settore si è nuovamente fermato, e sino a data da destinarsi – commenta Salvatore Sagone, presidente del Club degli eventi e della Live Communication e portavoce nei rapporti con i media di Italialive –. Da metà novembre congressi ed eventi sono stati cancellati o rinviati, anche di un anno, gettando in fumo il lavoro di mesi e non dando certezze per la riprogrammazione futura. Lo stato di crisi del nostro comparto significa mettere in ginocchio agenzie di eventi, congressi e comunicazione; aziende di banqueting e catering; fornitori di tecnologia audio-video; società di trasporti; società di allestimento; interpreti; fioristi; artisti e le tante altre maestranze coinvolte nella realizzazione di congressi ed eventi. Per non parlare, poi, di location, centri congressi e alberghi".
"Lo scorso anno il Governo ci ha supportati con ristori e sostegni che hanno permesso alla maggior parte delle nostre imprese di sopravvivere, ma non basta – afferma Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi e portavoce dei rapporti istituzionali e politici di Italialive –. Il nostro è senza dubbio il settore più colpito dalla pandemia. Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a ripartire ma la nostra è sempre una falsa ripartenza, sempre condizionata dall'andamento dei contagi, anche a livello internazionale. Da un giorno all'altro sono cancellati congressi ed eventi che hanno richiesto mesi di impegno e ingenti risorse umane per la loro progettazione! Siamo imprese e professionisti che lavorano e lavoreranno non solo quest'anno ma anche il prossimo nella più totale incertezza. Per questo è necessario che il sostegno del Governo continui in maniera strutturata e costante almeno sino al 2023". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero