Covid 19: Vicenzi, polizza e bonus del 10% in più ai dipendenti

Sulla tavola della famiglia costretta dalla pandemia a restare a casa, “la gola è il mantenimento della vita” diceva Leonardo da Vinci: tra le prelibatezze, si...

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Sulla tavola della famiglia costretta dalla pandemia a restare a casa, “la gola è il mantenimento della vita” diceva Leonardo da Vinci: tra le prelibatezze, si mangiano anche i savoiardi, per guarnire i tiramisù. «Da metà marzo registriamo una crescita di alcuni nostri prodotti», spiega Filippo Ceffoli, direttore generale della Vicenzi, azienda di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, specializzata nella pasticceria industriale, come preferisce il presidente Giuseppe Vicenzi, esponente della terza generazione della famiglia fondatrice. Sul mercato il gruppo che opera con quattro stabilimenti, di cui tre diretti (la sede, Bovolone e Nusco) e uno a Fiorenzuola della partecipata Maravini, è più conosciuta con i marchi dei plumcake e muffin “Mr Day” e la frolla ripiena di crema pasticcera al cioccolato o al cocco “Grisbì”. Lo stabilimento di Nusco (Avellino) fu acquisito dalla Parmalat, subito dopo essere saltata in aria nel 2005. Ora è in costruzione un nuovo stabilimento, sempre a San Giuseppe Lupatoto, grazie al supporto finanziario di 10 milioni da parte di Unicredit.


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Ma in queste settimane di crisi, con le famiglie imprigionate dal lockdown, “Vicenzovo”, il marchio dei savoiardi, più gli amaretti e le sfoglie sono i prodotti che tirano di più. «Da quando è scoppiata il virus abbiamo costituito un comitato di crisi per gesdtire questa situazione anomala. Ora registriamo, naturalmente non come la pasta - prosegue Ceffoli - attraverso la grande distribuzione, come i supermercati mentre è completamente chiuso l’altro canale tradizionale degli Autogrill. Da metà marzo possiamo registrare indicatori in crescita». 

Vicenzi sviluppa un giro d’affari di 120 milioni con un ebitda di 11 milioni. «Il 70% della produzione viene venduta in Italia» precisa il top manager del gruppo, «il 30% all’estero in 100 paesi, tra i quali Usa, Far East, nord America. Vendiamo anche in Europa, specie «Germania, Francia, Spagna». La crescita dell’export beneficia sempre del supporto di Unicredit. 


Numeri e dimensioni considerevoli di un’azienda che dà lavoro a 365 dipendenti che, anche con il coronavirus hanno dato testimonunaza di attaccamento con la presenza fisica e tramite smart working. Per dare un segnale di riconoscimento, il presidente ha fatto due concessioni. «La prima è una polizza assicurativa per attutire le conseguenze a quei dipendenti che dovessero ammalarsi con una diaria a supporto per dotarsi di collaboratori domestici, colf, accompagnatori per eventuali necessità» fa sapere Ceffoli. Poi la seconda concessione è un bonus a tutti. «In questi giorni stiamo pagando gli stipendi di marzo - aggiunge il top manager - e il presidente ha accordato a tutti un premio una tantum del 10% di surplus».
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Il Messaggero