Una flessione di 7 punti percentuali del PIL tedesco si tradurrebbe in - 11 miliardi di euro di export dall’Italia verso la Germania (pari al 19% del totale del flusso di...
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«Nell’immaginario collettivo la Germania rappresenta il principale concorrente dell’Italia, ma la realtà è più complessa. Come sappiamo componenti, semilavorati, assemblaggi, scorrono da una Nazione all’altra e da un Continente a un altro», evidenzia Lucio Poma Responsabile scientifico industria e innovazione di Nomisma.
«Dall’analisi da noi condotta emerge come, oltre alla competizione, vi è molta cooperazione ed integrazione produttiva tra queste due grandi nazionali manifatturiere, cosa peraltro molto chiara agli stessi industriali tedeschi. Recentemente si è riunito l’Eurogruppo che ha preso importanti decisioni per la gestione delle ricadute economiche della pandemia, trovando accordi difficilmente immaginabili solo alcuni mesi addietro. Forse L’Europa si è finalmente resa conto (e in caso contrario deve farlo quanto prima) del profondo livello di integrazione produttiva tra le diverse nazioni che la compongono», continua Poma.
I comparti maggiormente coinvolti dal previsto calo del Pil/export sarebbero:
-metalli di base e prodotti di metallo: -3,2 miliardi di Euro (-34%)
-macchinari e apparecchi n.c.a: -1,6 miliardi (-19%)
-mezzi di trasporto: -1,6 miliardi (-22%)
-sostanze e prodotti chimici: -1 miliardo (-24%)
-tessili, abbigliamento pelli ed accessori: - 800 milioni (-17,27%
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Il Messaggero