Ridurre le polemiche sul fondo di solidarietà dei comuni contro il coronavirus ed evitare le distinzioni tra lavoratori in nero e in regola. Lo ha detto il viceministro...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sui lavoratori in nero «Non dò giudizi di valore; ho le mie idee per quanto riguarda le legalità e le tengo ferme, ma in una condizione di emergenza nazionale, in cui c'è un'epidemia, e chiediamo a tutte le famiglie italiane di rimanere a casa e di non lavorare, è chiaro che noi dobbiamo prevedere un sostegno il più universalistico possibile. Non è il tempo della distinzione. Abbiamo bisogno di dare sicurezza e sostegno a tutti gli italiani in condizione di bisogno».
Coronavirus, stop alle tasse per altri due mesi. E maxi-liquidità alle imprese
Coronavirus, reddito di emergenza a 6 milioni di italiani: assegno si alza a 800 euro al mese
Sul fondo di solidarietà dei comuni «bisogna ricondurre le polemiche più o meno strumentali ai fatti e ai numeri. Il governo più o meno 13 giorni fa ha stanziato 9,6 miliardi che vanno ad aiutare quasi 20 milioni tra lavoratori e famiglie; poi chiaro che non passiamo arrivare da per tutto. C'è un segmento piccolo ma significativo di famiglie escluse dal welfare, dobbiamo arrivare anche al loro. E il senso di questi 400 milioni di euro è esattamente: aiutare un milione di famiglie a mangiare, ad acquistare beni di prima necessità». Questi 400 milioni, «noi li diamo ai comuni perché sono i sindaci che possono conoscere molto meglio dell'Inps chi è in condizione di bisogno e chi non prende il reddito di cittadinanza o la cassa integrazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero