Coronavirus, Eni rivede piano per l'emergenza e ritira buy back

Coronavirus, Eni rivede piano per l'emergenza e ritira buy back
Coronavirus, l'emergenza e il crollo dei prezzi del petrolio costringono l'Eni a riveder epiani e previsioni. Il colosso petrolifero ha ritirato la proposta di...

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Coronavirus, l'emergenza e il crollo dei prezzi del petrolio costringono l'Eni a riveder epiani e previsioni. Il colosso petrolifero ha ritirato la proposta di buyback per il 2020 e ha in corso la revisione delle attività programmate per il 2020-2021. I dettagli del piano rivisto saranno condivisi con il mercato in occasione dell'annuncio dei risultati del primo trimestre. È l'effetto dei recenti sviluppi di mercato per la diffusione del Covid-19 e delle decisioni assunte dall'Opec, che hanno spinto il gruppo petrolifero a rivedendo al ribasso le previsioni sul prezzo Brent a 40-45 dollari nel 2020 e 50-55 dollari nel 2021. Lo annuncia la società in una nota.


«La società si è prontamente attivata per rivedere il piano di attività, in considerazione della forte riduzione dei prezzi delle commodities e dei vincoli operativi a oggi prevedibili indotti dal Covid - ha spiegato l'ad di Eni Claudio Descalzi -. La revisione considererà una significativa riduzione dei Capex e delle spese previste, portandole a livelli congrui con il nuovo scenario». Descalzi, che ha informato il Cda della revisione in corso delle attività programmate per il 2020-2021 a fronte dell'evoluzione del contesto di mercato, ha inoltre assicurato che «continueremo a mantenere i più alti standard di sicurezza sul lavoro che, date le circostanze, sono stati coerentemente innalzati. In questo momento le priorità sono la tutela della salute delle nostre persone, delle comunità in cui operiamo e la difesa della solidità del nostro bilancio e del dividendo».


Il consiglio di amministrazione di Eni, riunito oggi, oltre ad aggiornare lo scenario commodities tagliando le previsioni sul prezzo del greggio, ha deciso ritirare la proposta di acquisto di azioni proprie 2020 per un valore pari a 400 milioni di euro che doveva essere portata alla prossima assemblea del 13 maggio. La proposta sarà riconsiderata - si legge nella nota - nel momento in cui la previsione del prezzo del Brent per l'anno di riferimento, parametro per la decisione di attivazione del piano di buyback, tornerà a essere almeno uguale a 60 dollari.

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Il Messaggero