Allarme Fipe: «Nelle cinque regioni zone rosse sarà uno tsunami per 90.000 pubblici esercizi»

Allarme Fipe: «Nelle cinque regioni zone rosse sarà uno tsunami per 90.000 pubblici esercizi»
Per i ristoranti, bar e pubblici esercizi delle zone rosse sarà uno tsunami, con 1,6 miliardi di consumi in meno e 306.000 lavoratori costretti a casa. L'allarme arriva...

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Per i ristoranti, bar e pubblici esercizi delle zone rosse sarà uno tsunami, con 1,6 miliardi di consumi in meno e 306.000 lavoratori costretti a casa. L'allarme arriva dalla Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi che ha analizzato gli effetti economici delle chiusure previste nelle regioni considerate a semaforo rosso dall'ultimo Dpcm. «Non c'è pace per i pubblici esercizi italiani. Il nuovo dpcm approvato nella notte dal governo è destinato infatti ad aggravare i problemi di un settore già al collasso: nei prossimi 30 giorni è prevista la sospensione dell'attività di circa 90mila pubblici esercizi, il 27% del totale, con 1,6 miliardi di euro di consumi in meno e 306mila lavoratori costretti a casa. Tutto questo nelle 5 zone rosse dove verranno applicati i provvedimenti maggiormente restrittivi» si legge in una nota dell'associazione. «Quello che si sta abbattendo sulle imprese della ristorazione è un vero e proprio tsunami. Come testimoniano i dati del registro delle imprese del settore camerale, infatti, la situazione dei pubblici esercizi era già drammatica prima dell'ultimo provvedimento, con 10mila imprese in meno tra marzo e ottobre 2020, rispetto allo scorso anno. E' dunque quanto mai necessario ampliare la dotazione economica del decreto Ristori e far fronte alle ulteriori criticità che si andranno a creare nelle zone rosse e arancioni». «Parallelamente - prosegue Fipe-Confcommercio - è indispensabile siglare un patto con il sistema bancario. Oggi le nostre imprese vengono percepite come poco affidabili e questo rischia di compromettere anche le misure di sostegno al credito messe in campo dal governo. Ecco perché non c'è più un minuto da perdere: senza un'iniezione immediata di liquidità, l'ecatombe imprenditoriale e occupazionale rischia di diventare irreversibile»

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Il Messaggero