Coronavirus, nel nuovo decreto estesa possibilità ricorso a lavoro agile

Coronavirus, nel nuovo decreto estesa possibilità ricorso a lavoro agile
Nel nuovo decreto del presidente del Consiglio attuativo del decreto sul Coronavirus, è prevista l'estensione del ricorso al lavoro agile. Lo rende noto il ministero...

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Nel nuovo decreto del presidente del Consiglio attuativo del decreto sul Coronavirus, è prevista l'estensione del ricorso al lavoro agile. Lo rende noto il ministero del Lavoro.


Con la definizione lavoro agile si intende, si legge sul sito del Miur, «una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività».

Infatti, come stabilito dall'art. 2 del Dpcm, questa modalità è applicabile fino al 15 marzo 2020 per i datori di lavoro aventi sede legale o operativa nelle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, e per i lavoratori ivi residenti o domiciliati che svolgano attività lavorativa fuori da tali territori, a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza di accordi individuali.

Gli obblighi di informativa previsti dalla legge sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell'Inail, conclude il comunicato. E' quanto prevede la direttiva del ministero della pubblica amministrazione per gestire l'emergenza coronavirus.

«Siamo di fronte a un documento di indirizzo che forniamo alle amministrazioni a tutela di lavoratori e cittadini», ha commentato il Ministro per la Pa, Fabiana Dadone. «Stiamo mettendo in atto tutte le misure che servono a bilanciare l'imprescindibile esigenza di proteggere la salute e garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro con la necessità di mandare avanti la complessa macchina dello Stato e di assicurare i servizi essenziali, di cui il Paese ha comunque bisogno. Ma stiamo anche lavorando a una norma che possa dare piena protezione professionale ai dipendenti della Pa che saranno costretti ad assentarsi per cause di forza maggiore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero