Il Cnel annuncia uno stress-test diviso in 10 macroaree per valutare l’impatto della crisi economica sull’Italia provocata dal Coronavirus. Nell’ambito dei...
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I 10 ambiti dello stress-test rappresentano anche i settori maggiormente interessati dalla crisi: i servizi pubblici centrali e periferici, il servizio sanitario nazionale, la presenza dello Stato nell’economia; il sistema bancario; l’infrastruttura digitale; la logistica; la scuola e l’istruzione; l’agricoltura e la filiera agroalimentare; il turismo, i servizi e il tempo libero; il made in Italy; l’industria; il lavoro e il welfare. Lo stress-test sarà impostato partendo dal dato del bilancio pubblico del 2019 che è stato positivo (1,6% di disavanzo, contro un obiettivo di 2,2%).
La crisi. Prima della pandemia l’Italia era un’economia che resisteva su una linea di confine tra la stagnazione e il declino, ma è tuttora un Paese ricco. La ricchezza netta delle famiglie e delle imprese non finanziarie (ultimo dato Banca d’Italia 2018) è pari a 9.780 miliardi di euro. L’indebitamento di famiglie e imprese non finanziarie è inferiore ai 900 miliardi. L’Italia ha adempiuto scrupolosamente ai trattati europei. Non esiste ragione alcuna per cui un Paese con questi elementi di fondo possa subire una crisi finanziaria.
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I pilastri. La pandemia ha completamente paralizzato i due pilastri sui quali l’Italia ha retto l’urto della grande recessione 2008-2015: le esportazioni - all’interno di una catena produttiva non solo nazionale e la filiera del turismo e dell’agroalimentare, che ha nella ristorazione interna ed internazionale il suo punto di forza.
Il Messaggero