Di nuovo la Borsa italiana fa da apripista, con il suo -11%, alla catena di crolli che sta sconvolgendo i mercati di tutto il mondo. La perdita di quasi il 25% in sole quattro...
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BCE taglia stime crescita. Lagarde: "Ora politica fiscale ambiziosa"
Milano sprofonda con l'Europa dopo BCE e Wall Street
Di sicuro non ha aiutato il linguaggio poco più che di circostanza usato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, che invece di alzare la voce contro la speculazione più esasperata - come fece Mario Draghi quando lanciò il suo «Whatever it takes» in difesa dell’euro - si è limitata a constatare il «grave shock subito dalle prospettive di crescita per il coronavirus». Naturalmente, bene ha fatto a sollecitare «ambiziosi e coordinati interventi fiscali» da parte dei governi europei, ma avrebbe anche dovuto esplicitare che la Bce non si fermerà davanti a nulla, invece di limitarsi a constatare che «l’economia tornerà a guadagnare velocità nel medio periodo»: Monsieur de La Palice non avrebbe saputo dire meglio.
Inoltre, agli occhi smaliziati del professionisti del ribasso l’espressione «verrà fatto pieno uso di tutta la flessibilità prevista dal Quantitative easing» ha valore ben diverso dal «faremo tutto ciò che si renderà necessario» pronunciato da Draghi. E dunque, l’auspicio è che con il passare dei giorni a Francoforte radichi più energicamente l’idea che per sanare certe rotture degli indici è necessario impugnare lo spadone rovente, se davvero sta a cuore la tenuta delle economie. Di fronte all’immensa potenza che oggi è in grado di mobilitare la speculazione più ardita, è infatti necessario rispondere con altrettanta forza. Cosa che solo le banche centrali, coordinandosi con i rispettivi governi, possono fare.
Quanto alla nuova rottura di oggi, vale il ragionamento di chi in Borsa ha visto tante cadute e tante riprese: guai cedere al panico, perché nel medio periodo i prezzi si rivedono sempre. I crolli sono una fenomeno naturale del mercato, come lo sono i rialzi. Nessuno, la sera del Black Monday nell’ottobre 1987 avrebbe pensato che di lì a otto mesi Wall Street sarebbe tornata a correre più aggressiva che mai, avendo richiuso tutte le ferite: invece è accaduto. Come tante altre volte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero