Era stato introdotto dal governo Berlusconi nella torrida estate del 2011, mentre si scatenava la tempesta sul debito pubblico italiano. Il contributo di solidarietà a...
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Il contributo era fissato al 3 per cento della parte di reddito che eccede la la soglia dei 300 mila euro. In realtà però l'importo prelevato era pari a poco più della metà di questa percentuale, perché la legge aveva previsto che il contributo fosse deducibile ai fini dell'Irpef e delle addizionali locali. Inoltre erano escluse dal prelievo le quote di reddito già sottoposta ai contributi di solidarietà sulle pensioni in vigore negli scorsi anni. Sommando algebricamente tutti questi effetti, la Ragioneria generale dello Stato aveva quantificato in circa 150 milioni l'anno il sacrificio complessivo a questa platea di contribuenti. Una platea piuttosto esigua visto che in base alle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi relative all'anno d'imposta 2015 ne facevano parte solo 34 mila persone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero