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Mai più risparmio tradito. Mai più indebite pressioni commerciali per la vendita di prodotti finanziari, anche rischiosi, in banca. Tra le novità messe nero su bianco dai sindacati nella piattaforma rivendicativa, approvata pochi giorni fa, in vista del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari, c’è anche lo stop ai rischi per la clientela. Rischi che, in passato, sono stati la conseguenza di pressioni esercitate dai vertici degli istituti di credito sui loro dipendenti.
Di qui, la richiesta di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin di porre fine a un problema che non è solo una questione di carattere sindacale, ma è anche sociale. Del resto, a prenderne atto, è stata, durante la scorsa legislatura, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche: alla politica si erano rivolti tutti i sindacati per denunciare i comportamenti, ritenuti non più tollerabili, delle direzioni delle banche. Un “sistema” che in passato ha generato casi come Cirio, Parmalat e i tango bond e, più recentemente, situazioni critiche in Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Etruria, Marche, Chieti e Ferrara.
LA CABINA DI REGIA
Adesso, il nuovo tentativo di creare un argine, con i sindacati bancari che guardano anche alla tutela degli oltre 5.000 miliardi di risparmi delle famiglie del Paese. In particolare, con la piattaforma rivendicativa, che a breve sarà portata al vaglio dei 270mila dipendenti bancari interessati dal rinnovo, le sigle chiedono di rivitalizzare, rendendolo più vincolante, il meccanismo di confronto sulle politiche di vendita dei prodotti finanziari e assicurativi, frutto di un accordo del 2017. Il negoziato partirà solo dopo il via libera delle assemblee, che termineranno tra fine giugno e inizio luglio.
Statali, un premio più alto ai dirigenti che pagano le fatture in 30 giorni
Tra le altre richieste dei sindacati per il nuovo ccnl, la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali con uno “sconto” di 30 minuti al giorno, misura che si ispira alla logica del “lavorare tutti, lavorare meno e redistribuire di più” e si fonda sugli utili miliardari distribuiti dai cda agli azionisti. I sindacati, poi, chiedono regole in più per lo smart working che va esteso anche a chi lavora in filiale. E ancora: applicare il contratto nazionale anche a chi entrerà in banca per svolgere nuovi mestieri legati alle tecnologie; maggiori confronti tra azienda e sindacati sull’organizzazione del lavoro; estendere le funzioni della “cabina di regia” chiamata ad aggiornare il ccnl anche in corsa; più tutele per i lavoratori; nuove politiche di genere e permessi; rafforzamento del Fondo per l’occupazione che garantisce assunzione di giovani under 35 e ricambio generazionale.
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