ROMA Non esiste una manovra finanziaria che non abbia qualche effetto negativo sull'economia, e meno che mai una che sia politicamente indolore. Ma in vista della scadenza di...
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INTERVENTI INDOLORI
La decisione è comunque più politica che tecnica: a partire da oggi Gentiloni e Padoan valuteranno cosa scrivere nella missiva di replica da indirizzare alla commissione e innanzitutto dovranno decidere se accettare l'idea di realizzare un intervento correttivo. Una volta accantonata l'ipotesi di tendere duro rischiando l'avvio di una procedura per deficit eccessivo (ipotesi che comunque non è ancora del tutto esclusa) si stabilirà quali provvedimenti concreti indicare, attingendo all'ampio menu messo a punto dal ministero dell'Economia. La partita aperta con Bruxelles sul tema delle spese per i terremoti potrebbe contribuire a ridurre la cifra finale.
Tra i capitoli chiave c'è proprio l'Iva. L'idea di far scattare una parte limitata degli incrementi di aliquota previsti come clausola di salvaguardia e fin qui congelati non avrebbe gravi controindicazioni economiche in una fase di inflazione nulla o sottozero, ma sarebbe ben più difficile da digerire politicamente. L'obiettivo è invece tentare di allargare ancora il recupero di un'imposta ampiamente evasa nel nostro Paese, come sottolineano i vari organismi internazionali. Nell'ultima legge di bilancio erano state rese più frequenti le comunicazioni per gli operatori, ora potrebbero essere ripresi in mano strumenti già adoperati in precedenza, quali il reverse charge e lo split payment. Nel primo caso si tratta di spostare l'onere di versare l'Iva dal venditore all'acquirente (esclusi i consumatori finali). In questo modo gli importi dovuti arrivano subito allo Stato, senza correre il rischio di perdersi in mille rivoli tra adempimenti e compensazioni, eventualmente anche fraudolente. Il meccanismo è già applicato all'edilizia, alle pulizie ed alle vendite di pc: l'Italia potrebbe provare ad allargarlo ad altri settori come la grande distribuzione (questa estensione, da cui erano attesi circa 700 milioni, a suo tempo era stata però bocciata proprio dalla Ue). Similmente con lo split payment l'imposta dovuta dai fornitori delle pubbliche amministrazioni viene parcheggiata su un conto separato e girata al fisco direttamente da queste ultime.
SPAZI RIDOTTI
Altri interventi sulle entrate potrebbero includere ritocchi mirati alle accise, ad esempio sul fumo, o al sistema dei giochi, e la revisione di alcune agevolazioni fiscali, in anticipo rispetto alla prevista revisione strutturale delle tax expenditures. Ma anche quest'ultima materia è politicamente sensibile, perché togliere uno sconto fiscale pur se limitato provoca di solito la reazione della categoria interessata. Il governo inoltre pare intenzionato a sollecitare la commissione sul tema della tassa per i colossi del web, da applicare eventualmente nel nostro Paese in attesa della regolamentazione comunitaria. E non si esclude qualche spostamento delle scadenze della rottamazione delle cartelle Equitalia.
Più indolori sulla carta appaiono i possibili tagli, che andrebbero nuovamente a incidere sui bilanci dei ministeri ai quali è stato chiesta una cura dimagrante con quasi tutte le ultime manovre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero