Confsal-Unsa, l'ufficio del processo non basta a raggiungere gli obiettivi del Pnrr

Il Tribunale di Milano
L'ufficio del processo, cone le 16.500 assunzioni previste, non risolverà i problemi dell'arretrato della giustizia. Gli accordi presi dall'Italia con la...

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L'ufficio del processo, cone le 16.500 assunzioni previste, non risolverà i problemi dell'arretrato della giustizia. Gli accordi presi dall'Italia con la Commissione europea con il Pnrr, insomma, potrebbero essere disattesi. A lanciare l'allarme è Massimo Battaglia Segretario Generale di Confsal-Unsa, la prima organizzazione sindacale della Giustizia.

 “Nessuna riforma può prescindere dal personale in servizio. Gli Uffici giudiziari non solo hanno 5 milioni di processi arretrati, ma non riescono neanche ad eseguire migliaia di sentenze, con condannati che circolano liberamente nel Paese. Per il Ministro Cartabia e per l’Associazione Nazionale dei Magistrati la soluzione è l’istituzione dell’Ufficio per il processo - No per Confsal UNSA” continua Battaglia, in Commissione Giustizia ho già denunciato “per smaltire l’arretrato occorrono almeno 10 milioni di udienze, ma con quale personale giudiziario e con quali magistrati? ”

Battaglia prosegue ”Carceri esplosive ed esecuzione penale esterna sono al collasso. Il personale civile penitenziario, della giustizia minorile ed il personale Unep sono ormai alla canna del gas. Gli organici sono drasticamente ridotti ed insufficienti per adempiere al mandato istituzionale. Inaccettabile poi che quarantamila lavoratori della Giustizia aspettino da tre anni il pagamento del salario accessorio. Invece di ipotizzare un fantomatico Ufficio per il processo e la costruzione di otto padiglioni per circa 1.200 posti detentivi (tra vari anni) e ampliamento delle misure alternative alla detenzione senza investire nel personale, occorrerebbe in primis affrontare il quotidiano, per poi progettare una vera riforma della Giustizia, ivi compreso un nuovo sistema dell’esecuzione penale.” Per questi motivi il Segretario Generale Massimo Battaglia “dichiara lo stato di agitazione del personale della Giustizia, preannunciando nel mese di settembre una grande manifestazione a Roma per una vera riforma della Giustizia che rispetti in primis i suoi lavoratori.” 

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Il Messaggero