Confindustria: la stretta della Bce mette a rischio la corsa dell'export

Confindustria: la stretta della Bce mette a rischio la corsa dell'export
Il made in Italy regge bene l'urto della crisi soprattutto grazie agli affari realizzati fuori dal continente europeo. Ma l'aggravarsi dell'inflazione, spinta dal caro...

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Il made in Italy regge bene l'urto della crisi soprattutto grazie agli affari realizzati fuori dal continente europeo. Ma l'aggravarsi dell'inflazione, spinta dal caro energia, e la prospettiva di un nuovo rialzo dei tassi d'interesse rischia di inceppare questa tendenza. In attesa di vedere gli sviluppi futuri dei dati sul commercio, però, il rapporto Congiuntura Flash di novembre di Confindustria sottolinea l'aumento dell'export a settembre, tornato a crescere grazie alle vendite extra-Ue (che cedono però in ottobre). Stando al trapporto confindustriale, nella media del 3° trimestre la dinamica è stata robusta (+2,7% in valore) anche per l'aumento dei prezzi (+1,1% in volume).

L'espansione delle vendite italiane è trainata dal mercato americano, specie nel farmaceutico e nell'abbigliamento, anche grazie all'euro debole. Fiacche, invece, le esportazioni verso Cina e Giappone e ovviamente ridotte le vendite in Russia (di circa un terzo). Negative le indicazioni sugli ordini manifatturieri esteri, molto deboli in ottobre. In prospettiva peserà la debolezza della domanda estera, specie in Europa, a causa di incertezza e inflazione. Indicatori negativi, pesano energia, inflazione, tassi ed export. Gli occhi di Confindustria sono puntati sull'ultimo scorcio dell'anno. L'industria italiana, annotano gli economisti «ha continuato a reggere in termini di produzione» anche grazie alla relativa flessione dei prezzi delle materie prime non energetiche e agli interventi del governo, ma «nel quarto trimestre si rischia un calo: gli indicatori qualitativi sono negativi».

NO A SCELTE SEVERE


Confindustria vede peraltro un freno agli investimenti in uno scenario «che aveva già virato in direzione recessiva» fra impatto dell'inflazione record sulle famiglie e i consumi, rialzo dei tassi e, in prospettiva, una «debolezza della domanda estera». In particolare, gli industriali guardano con preoccupazione le mosse della Bce. Se è vero che il rialzo dei tassi di interesse da un lato potrebbe contenere l'inflazione, dall'altro una politica troppo restrittiva potrebbe peggiorare lo scenario. Gli impatti negativi di una scelta eccessivamente severa sul piano monetario si farebbero sentire sui tassi pagati dalle imprese e di conseguenza sulla liquidità delle stesse. In Italia, fa notare Confindustria, il tasso sul Btp è storicamente cruciale per determinare il costo della raccolta bancaria e, quindi, il tasso che le banche applicano al credito per le imprese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero