Concorso giustizia, requisiti stringenti per partecipare. Protestano i sindacati

Aula di tribunale
La notizia apparirrebbe anche positiva. Un concorso per 550 posti banditi dal ministero della Giustizia. Personale da impiegare nei tribunali, da sempre affamati di lavoratori in...

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La notizia apparirrebbe anche positiva. Un concorso per 550 posti banditi dal ministero della Giustizia. Personale da impiegare nei tribunali, da sempre affamati di lavoratori in grado di accelerare i tempi della giustizia. Solo che l'articolo 252 del decreto Rilancio, il maxi provvedimento da 55 miliardi appena approdato in Parlamento, ha fatto alzare più di un sopracciglio ai sindacati. 


"Riteniamo che la norma dell’art. 252 sia un grave attacco al personale interno nonché ai diritti di tanti cittadini aspiranti lavoratori", ha commentato il segretario generale dell'Unsa-Confsal, Massimo Battaglia. Secondo cui si tratterebbe di "una norma che facilita solo alcune categorie opportunamente selezionate e che potranno vedersi ulteriormente avvantaggiate con il punteggio -per il titolo aggiuntivo- riconosciuto in sede di pubblicazione del bando". 

A cosa si riferisce Battaglia? Al fatto che l'articolo 252 del decreto Rilancio riservi la partecipazione al concorso solo a chi possiede almeno uno di questi titoli: aver svolto almeno 5 anni di servizio nell'amministrazione giudiziaria come funzionario giudiziario senza demerito; aver svolto per almeno 5 anni la funzione di magistrato onorario senza demerito; aver insegnato per almeno 5 anni materie giuridiche nelle scuole secondarie; essere stato per almeno 2 anni ricercatore in materie giuridiche; aver prestato per almeno 5 anni servizio nella polizia almeno come ispettore.

I posti messi a concorso ai quali sarà possibile partecipare solo avendo questi stringenti requisiti, saranno due. Una a 400 posti non dirigenziale per l'area III/F3, e 150 posti non dirigenziali per l'area III/F1. Il bando di concorso, insomma, prevedrebbe requisiti più stringenti di quelli previsti dai contratti di lavoro. Il ministero, in un incontro con i sindacati, si sarebbe già impegnato a migliorare la norma nel passaggio parlamentare. 


"Seguiremo l’iter parlamentare con grande attenzione, e lavoreremo affinché chi ha immaginato concorsi riservati a "pochi" vedrà svanire il suo progetto, ristabilendo così il diritto dei lavoratori e di tutti i cittadini di poter partecipare alla selezione pubblica con il titolo di studio previsto dai contratti collettivi di lavoro nazionali e integrativi", è la promessa di Battaglia.    Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero