Autostrade, lettera a palazzo Chigi: «Concessioni revocate? Penale fino a 25 miliardi». De Micheli: «Inaccettabile»

Un warning che va da un minimo di 23 miliardi di euro fino a 25. È questo il conto salatissimo - la stessa cifra che ha fatto "impazzire" il governo per...

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Un warning che va da un minimo di 23 miliardi di euro fino a 25. È questo il conto salatissimo - la stessa cifra che ha fatto "impazzire" il governo per disinnescare l'aumento dell'Iva - che potrebbe pagare lo Stato ad Autostrade per l'Italia nel caso cambiasse l'assetto normativo e regolatorio sulle concessioni autostradali, così come previsto nel Milleproroghe. Ed è questo il contenuto (anche se la cifra non viene espressamente citata) della lettera inviata via pec ieri sera al termine del consiglio di amministrazione di Autostrade per l'Italia. Destinatari: Palazzo Chigi, Ministero dei Trasporti e Ministero dell'Economia. Con la missiva Aspi cerca di fatto di giocare d'anticipo: se passa la nuova norma che cambia tutte le regole in corso, la società non aspetterà che sia il governo a iniziare le procedure di revoca, ma si appellerà all'art.9 bis della Convenzione Unica (ovvero il contratto di concessione firmato con Autostrade) che disciplina il recesso, la revoca e la risoluzione della stessa convenzione.


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Tale articolo prevede che l'indennizzo deve essere parametrato ai flussi di cassa prevedibil generati dalla concessione dal momento della revoca fino al periodo residuo della validità del contratto. Nel caso di Aspi la Convenzione scade nel 2038. E ben due recenti e autorevoli stime (Mediobanca circa un anno fa e Jp Morgan un mesetto fa) elaborate sulla scorta degli ultimi bilanci di Aspi e delle previsioni di traffico sulla rete autostrdale gestita, concordano che la cifra si aggira tra i 23,5 miliardi di euro e i 25 miliardi di euro.

«Inaccettabile». Così il ministro Paola De Micheli, a quanto si apprende, ha commentato la lettera inviata al governo da Aspi dopo la notizia della norma sulle concessioni approvata salvo intese nel decreto Milleproroghe, nella quale Autostrade avverte che sta «valutando ogni iniziativa volta a tutelare» i propri diritti. 


Intanto oggi non è stata una giornata facile per Aspi in Borsa: a Piazza Affari il titolo ha perso il 4,8% bruciando 883 milioni di euro di capitalizzazione rispetto a ieri. Secondo alcune analisi finanziarie, se dovesse esserci una revoca della concessione, la società non avrebbe più le risorse  per il ripagamento di circa 10,8 miliardi di debito contratti per gli investimenti con il conseguente fallimento della società e il licenziamento di settemila dipendenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero