Autostrade, commissione Mit: giustificata revoca concessione

Autostrade, commissione Mit: giustificata revoca concessione
Il governo è orientato ad una revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia (Aspi), in base alle anticipazioni di stampa sulla relazione tecnica della commissione...

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Il governo è orientato ad una revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia (Aspi), in base alle anticipazioni di stampa sulla relazione tecnica della commissione creata hoc dal MIT dopo la tragedia del Ponte Morandi di Genova. Uno sviluppo atteso dopo i continui botta e risposta fra il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio e la società Aspi.


La possibile revoca delle concessioni aprirà così ad una lunga battaglia legale fra l'esecutivo ed Autostrade per l'Italia, che già da tempo sta vagliando la sua posizione a livello legale.

In base a quanto emerso dalla relazione della commissione incaricata dal Ministero dei Trasporti emerge che la revoca sarebbe "giustificata" e nessun indennizzo sarebbe dovuto ad Aspi per metter fine alla concessione. Il cavillo legale è da rinvenire nella presunta "inadempienza" del concessionario in relazione alla custodia dell'infrastruttura.

E su questo dettaglio, non di poco conto, si concentrerà probabilmente la difesa di Autostrade, che si è fatta subito carico del costo di ricostruzione oltre che dei danni arrecati a persone e cose, essendo stata estromessa dai lavori di ricostruzione. Ricostruzione che avverrà ad opera di terze parti ma che porterà alla restituzione dell'opera allo Stato a spese del concessionario.

Una lunga battaglia legale che avrà dei costi altissimi, mentre la revoca della concessione, secondo stime Mediobanca, ha un costo che si aggira in 20-25 miliardi di euro.

Frattanto Aspi precisa di "non aver ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso" e "contesta il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come è richiesto dal procedimento amministrativo in essere".

"Da tali anticipazioni - sottolinea in una nota - non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione. Peraltro, la presunta violazione dell'obbligo di custodia, di cui all'art. 1177 del codice civile, costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova ed interamente finanziata da Aspi".

"I termini della Convenzione - aggiunge - prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione£.


Aspi replica anche alle ipotesi relative ad una presunta pericolosità di altre infrastrutture e "ribadisce con forza che la sicurezza della stessa è stata confermata anche da ulteriori verifiche fatte da primarie società terze". "Aspi - si sottolinea - resta fortemente impegnata a garantire i migliori standard di sicurezza che hanno contribuito, dopo la privatizzazione, ad un sostanziale miglioramento dei livelli di sicurezza della circolazione".
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Il Messaggero