Commercio online e negozi fisici, Confesercenti: garantire mercato realmente concorrenziale

Commercio online e negozi fisici, Confesercenti: garantire mercato realmente concorrenziale
(Teleborsa) - La sperequazione delle condizioni tra negozi "fisici" e commercio online che si è creata durante la pandemia "ha portato ad uno spostamento di quote di mercato...

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(Teleborsa) - La sperequazione delle condizioni tra negozi "fisici" e commercio online che si è creata durante la pandemia "ha portato ad uno spostamento di quote di mercato verso l'e-commerce". Così Confesercenti nell'audizione, al Senato, sulla Legge annuale per il mercato e la concorrenza precisando che il rischio è che il commercio, settore già in crisi da circa un decennio, "venga definitivamente condannato a morte. Il problema non è impedire le vendite online, ma la necessità non più differibile di garantire un mercato realmente concorrenziale, nel rispetto del pluralismo distributivo".



Secondo le stime di Confesercenti, nel 2020, si sono realizzati circa 23 miliardi di acquisti online, con una crescita di circa il 30% e la quota raggiunta da questa modalità di acquisto ha superato l'8%. Questa dinamica, "seppure a ritmi più blandi è continuata anche nel 2021 anche quest'anno, con l'aumento previsto di altri 5 miliardi (quindi 28 miliardi), sfiorando la quota del 10% del totale acquisti retail. Nel 2022, un'ulteriore spinta verso l'e-commerce è stata data dall'obbligo del green pass di base: da un sondaggio che abbiamo recentemente condotto con Swg, è possibile stimare che 2 milioni di cosiddetti 'no pass' si serviranno dei canali online in luogo dei negozi tradizionali in seguito all'introduzione della misura".

Per l'associazione l'e-commerce "è un canale di vendita importante anche per gli esercizi fisici, compresi quelli "di vicinato", che sempre di più, in particolare dopo il lockdown, hanno iniziato ad utilizzare le forme di commercio digitali. Ma tali esercizi sono ancora ben lontani dall'occupare quote di mercato paragonabili a quelle delle grandi piattaforme di intermediazione commerciale del web: i primi venti siti web italiani del commercio elettronico totalizzano il 71% del totale delle vendite, e i primi 200 il 95%".

Non solo: "chi vende on line, oltre a godere spesso - nel caso di piattaforme internazionali - di una pressione fiscale decisamente più leggera di quella del retail fisico, ha a disposizione anche ingenti risorse da destinare alla promozione. Non a caso le piu' importanti piattaforme di vendita sul web ormai avviano gli sconti relativi al cosiddetto 'Black Friday' già da ottobre, a oltre un mese di distanza dall'ormai famoso evento".


Confesercenti chiede quindi che l'Autorità "proceda ad istruttoria per verificare l'esistenza dell'eventuale infrazione da parte di imprese che esercitano l'intermediazione del commercio on line al divieto stabilito nell'articoli 3 (Abuso di posizione dominante) della legge, laddove vieta l'abuso da parte di una o più imprese di una posizione dominante all'interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante, in particolare: imponendo direttamente o indirettamente condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose; impedendo o limitando gli sbocchi o gli accessi al mercato, anche a danno dei consumatori; applicando nei rapporti commerciali con altri contraenti condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti, così da determinare per essi ingiustificati svantaggi nella concorrenza". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero