(Teleborsa) - "È giunta l'ora di un 'patto fiscale' che possa andare incontro alle esigenze di imprese e famiglie italiane, alle prese con la crisi economica, e rendere...
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"Da tempo, come giovani commercialisti, ci interroghiamo su cosa non abbia funzionato nelle prime tre rottamazioni messe in campo e quali siano le maggiori difficoltà delle imprese italiane. Nei dati che stiamo raccogliendo è evidente che troppo spesso gli squilibri finanziari delle aziende non riguardano fornitori e banche ma solo o principalmente col fisco – evidenzia De Lise –. Per questo, le commissioni dell'Unione stanno lavorando a un'ipotesi per la quale dovrebbero essere i commercialisti a realizzare piani di ristrutturazione del debito fiscale basati principalmente sulla programmazione finanziaria, sia in momenti di crisi che di pre-crisi. Significherebbe proporre al Fisco piani di rientro che abbiamo una concreta sostenibilità per le aziende, oltre che un gettito certo per lo Stato garantito da numeri e programmazione. Ipotesi che prevedano anche il saldo e stralcio, ma non come unica strada, Serve un tavolo di discussione fra le parti sociali per 'risolvere' il tema dei debiti scaduti e difficilmente riscuotibili. Business plan volti a dimostrare come, con tempistiche variabili a seconda della impresa stessa, il contribuente possa rientrare dai propri guai fiscali. Un obiettivo raggiungibile anche adattando strumenti esistenti, quali la transazione fiscale, senza però avviare procedure concorsuali con tutti i creditori le quali, molto spesso, producono effetti indesiderati nel tessuto economico in cui operano le imprese. Chiediamo dunque all'Agenzia delle Entrate di aprire un 'tavolo di lavoro' su queste basi – conclude il presidente Ungdcec –, considerando che i commercialisti hanno le competenze e le conoscenze per porre le basi di una riforma epocale, complessa ma forse definitiva".
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Il Messaggero