La circolare applicativa è alle ultime limature. A breve dovrebbe essere disponibile sul sito dell’Inps. Nel frattempo dai Patronati c’è un via vai...
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Reddito emergenza, Cig, bonus e aiuti a fondo perduto: guida alla maxi-manovra da 55 miliardi
REQUISITI
Sono tre i requisiti richiesti: non convivenza con il datore di lavoro; contratto regolare in essere alla data del 23 febbraio 2020 superiore a 10 ore a settimana (possono essere raggiunte anche con più di un datore di un lavoro, purché ovviamente si tratti sempre e comunque di contratti regolarmente registrati all’Inps); il domestico non deve percepire altri sussidi (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, uno dei bonus previsti dal “Cura Italia”) né deve essere titolare di una pensione ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. Nel caso in cui il lavoratore faccia parte di un nucleo familiare già percettore del reddito di cittadinanza per una cifra inferiore a 500 euro mensili, l’Inps provvederà a integrare il beneficio del reddito di cittadinanza fino appunto a 500 euro per i due mesi in questione.
LA DOMANDA
L’indennizzo è fruibile dietro apposita domanda da parte del lavoratore. Quasi certamente (la circolare Inps spiegherà meglio) si tratterà di un’autocertificazione in cui il domestico dovrà dichiarare il numero di posizione Inps relativo al contratto di lavoro (o ai contratti) in essere al 23 febbraio 2020 e di non percepire altri sussidi. Non dovrebbero servire dichiarazioni dei datori di lavoro, in quanto l’Inps nel suo database ha tutti gli elementi per verificare la veridicità della dichiarazione. La domanda può essere presentata presso i patronati che provvederanno a inoltrarla all’Inps. L’indennizzo sarà erogato in un’unica soluzione dall’Inps. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero