CNEL, Treu: "Norme urgenti per la semplificazione"

CNEL, Treu: "Norme urgenti per la semplificazione"
(Teleborsa) - Puntare sulla semplificazione con norme che aiutino i professionisti a lavorare meglio. A dirlo è Tiziano Treu, presidente del CNEL, intervenendo oggi a Roma...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
(Teleborsa) - Puntare sulla semplificazione con norme che aiutino i professionisti a lavorare meglio. A dirlo è Tiziano Treu, presidente del CNEL, intervenendo oggi a Roma all'Assemblea annuale di Confprofessioni.


"I professionisti, anche numericamente, rappresentano una fetta importante del mercato del lavoro e devono essere aiutati al pari dei lavoratori dipendenti. Il loro lavoro necessita di interventi normativi urgenti su tre fronti: semplificazioni, welfare e formazione", ha evidenziato Treu, ricordando che il CNEL ha "raccolto le proposte attraverso la Consulta delle professioni e, d'accordo con le parti sociali, sta lavorando ad un'iniziativa legislativa specifica".

Tra le proposte presentate in Parlamento, prima punta sulla semplificazione. "Tutti hanno bisogno di semplificazioni. Semplificare è molto difficile come dimostra il fatto che anche i professionisti che sono in Parlamento non ci riescono", ricorda Treu.

"Il secondo punto - evidenzia il presidente del CNEL - è il welfare. I professionisti non hanno avuto storicamente un adeguato sistema previdenziale. Le forme di welfare basate sulle stesse forze e risorse dei professionisti non bastano più, devono essere integrate da un intervento dello Stato, anche fiscale".

"Terzo, ma non meno importante, la formazione. La prospettiva digitale sta cambiando radicalmente il mondo del lavoro e investirà fortemente anche i professionisti. I computer, come già sta accadendo faranno metà del lavoro che fino a poco tempo fa faceva l'uomo. Purtroppo, l'Italia sta disinvestendo in formazione soprattutto delle competenze digitali. È giusto, come avvenuto fino ad oggi, che i professionisti sprovvedano in proprio alle attività formative ma c'è bisogno anche di un investimento importante del Paese", ha concluso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero