(Teleborsa) - Per il settore moda, che sta pagando pesantemente gli effetti della crisi pandemica, servono misure urgenti per l'emergenza e per il rilancio. A chiederlo Cna...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si tratta di un settore costituito in larga parte da artigianato e PMI, con una filiera complessa e articolata su tutte le fasi produttive e distributive. "Più che di annus horribilis, possiamo parlare di anno cancellato - ha spiegato il Presidente Nazionale Cna Federmoda, Marco Landi - considerando che per la stagione autunno/inverno 2020-2021 la campagna vendite si è conclusa a fine febbraio quando solitamente va da gennaio a metà aprile. Al contempo i negozi erano chiusi con la merce della primavera/estate da vendere, condizione poi che si è riproposta con l'autunno e inverno cancellando di fatto la gran parte delle vendite al dettaglio stagionali".
Inoltre, sottolinea ancora CNA Federmoda, lo spostamento o cancellazione degli eventi fieristici in Italia e all'estero e delle manifestazioni in generale dedicate alla presentazione delle collezioni fanno prevedere una forte ripercussione sulle produzioni tra giugno e ottobre 2021 con una ulteriore perdita dal 30% al 50%. Il settore ha necessità di interventi urgenti e di sistema al fine di tamponare una emorragia in termini occupazionali e di tenuta delle imprese.
Cna Federmoda chiede misure per tutta la filiera moda (tessile, abbigliamento, pelle, cuoio, calzature e accessori). Nel dettaglio: contributi a fondo perduto per compensare la forte contrazione dell'attività nel 2020 rispetto al 2019; impegno del Governo a garantire adeguate e tempestive risorse al fondo bilaterale FSBA per fronte alle necessità di sostegno al reddito per i lavoratori delle imprese, prolungamento dei contratti a termine senza causale. In ottica poi di rilancio e sostegno delle nostre imprese sui mercati internazionali occorrono strumenti agevolativi e risorse per favorire la digitalizzazione, l'introduzione di nuove competenze professionali e gli investimenti in innovazione tecnologica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero