(Teleborsa) - Le politiche nazionali dei Paesi membri sono in ritardo rispetto agli obiettivi dell'Ue. Anche se i piani climatici attuali verranno attuati, l'UE mancherà il suo...
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Le traiettorie di emissione dei Paesi sono molto divergenti: solo due Stati membri (Grecia e Portogallo) sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi "Fit for 55" con le misure esistenti. I piani di 18 Paesi non sono invece sufficientemente ambiziosi per raggiungere i nuovi obiettivi dell'UE. Secondo il rapporto, per raggiungere i suoi obiettivi l'Unione europea deve ancora affrontare le imperfezioni strutturali dei suoi framework di politica climatica, tra cui la flessibilità dell'ESR, la tassazione incompleta del carbonio, i meccanismi di applicazione poco rigorosi e l'eccesso di offerta di quote ETS (gratuite).
"Le conseguenze dell'inazione sono gravi, con i potenziali costi economici, finanziari e sociali di una transizione disordinata stimati dalla BCE intorno al 25% del PIL entro il 2100", ha affermato Thibault Vasse, direttore associato di Scope Ratings. "Catturiamo questi rischi ambientali nella nostra metodologia di rating sovrano". "I governi dovranno accelerare rapidamente l'azione nazionale per il clima", ha aggiunto Vasse. "Ciò rappresenta un notevole ostacolo in un contesto di deterioramento delle condizioni macroeconomiche, aumento dei tassi di interesse e scenari politici nazionali più difficili".
"In quanto tali, gli strumenti a livello dell'UE dovrebbero essere maggiormente mobilitati per stimolare l'azione nazionale per il clima, mitigare la pressione sulle finanze pubbliche e dimostrare la leadership climatica globale, sostenendo l'affidabilità creditizia sovrana a lungo termine", ha concluso il direttore associato di Scope Ratings.
(Foto: Christophe Maout - © Unione Europea) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero