La Cina apre il mercato capitali come paracadute anti-dazi: rimossi i limiti agli investitori esteri

Il presidente cinese Xi Jinping
Pechino sceglie la svolta. Pur di attirare denaro dall'estero, mentre rallenta l'economia e continua la guerra commerciale con gli Stati Uniti, si è convinta a fare...

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Pechino sceglie la svolta. Pur di attirare denaro dall'estero, mentre rallenta l'economia e continua la guerra commerciale con gli Stati Uniti, si è convinta a fare un passo storico attraverso lo State Administration of Foreign Exchange, eliminando le restrizioni a carico degli investitori istituzionali stranieri sul mercato dei capitali del Paese. Questa svolta, sottolinea una nota ufficiale, rappresenta una importante riforma per accelerare sull'apertura dei mercati finanziari e per venire incontro ai bisogni e alle esigenze degli investitori stranieri che vogliono operare a Pechino. Va ricordato che, fino ad oggi, i player esteri erano chiamati a rispettare due schemi di investimento, lanciati rispettivamente nel 2002 e nel 2011: due procedure che hanno consentito una graduale apertura del mercato - si osserva da Pechino - ma che ora vengono superate con una decisione che renderà decisamente più semplici i movimenti degli investitori istituzionali esteri in Cina.


Agli stranieri è di fatto  vietato investire direttamente nei mercati cinesi, ma Pechino consente a determinate istituzioni di acquistare azioni nell'ambito del cosiddetto programma Qualified Foreign Institutional Investor (Qfii). L'Amministrazione statale dei cambi (Safe) ha ora rimosso il massimale complessivo di 300 miliardi di dollari sugli acquisti totali di attività all'interno del programma, offrendo un accesso senza restrizioni al secondo mercato mondiale dei capitali. La Cina ha inoltre rimosso un limite a uno meccanismo per uno yuan parallelo - il cosiddetto programma Renminbi Qualified Foreign Institutional Investor (Rqfii), che ha consentito alle istituzioni estere di investire in titoli cinesi utilizzando lo yuan offshore.


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Il Messaggero