Cina, effetto Covid sul PIL: brusca frenata, il dato

Cina, effetto Covid sul PIL: brusca frenata, il dato
(Teleborsa) - Notizie tutt'altro che rassicuranti per la Cina che, nel secondo trimestre, segna un PIL in crescita annua dello 0,4% (dato decisamente inferiore alle attese degli...

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(Teleborsa) - Notizie tutt'altro che rassicuranti per la Cina che, nel secondo trimestre, segna un PIL in crescita annua dello 0,4% (dato decisamente inferiore alle attese degli analisti) pagando così un conto salatissimo per le politiche della 'tolleranza zero' al Covid-19, costata tra l'altro a Shanghai il blocco totale ad aprile e maggio.



Il dato, diffuso dall'Ufficio nazionale di statistica, è il peggiore dal -6,8% di inizio 2020, nel pieno della pandemia, e, come detto, è inferiore alle attese degli analisti (+1%) e al primo trimestre (+4,8%). Su base congiunturale, invece, si registra un tonfo del 2,6% contro il -1,5% atteso e il +1,4% rivisto dei primi tre mesi 2022.


Dal 2020, infatti, il Paese applica una politica zero Covid per frenare in maniera drastica l'espansione dei contagi. Proprio in quest'ottica, il lockdown di due mesi a Shanghai in primavera che ha comportato un calo del 13,7% del Pil regionale nel secondo trimestre. A giugno in Cina le vendite al dettaglio, principale indicatore della spesa delle famiglie, hanno comunque segnato un forte rimbalzo (+3,1% su un anno), dopo il terzo mese consecutivo di calo a maggio (-6,7%). Da parte sua, la produzione industriale e' aumentata il mese scorso del 3,9% in un anno, dopo lo 0,7% di maggio.

Altro fattore di debolezza,
l'andamento del settore immobiliare con i prezzi delle nuove abitazioni che nel mese di giugno si sono nuovamente contratti (-0,5% anno su anno), secondo mese di calo.

Inoltre, "un numero crescente di acquirenti smette di rimborsare le mensilità a causa del rallentamento economico e dei ritardi" da parte dei promotori per l'avanzamento dei cantieri o per la consegna delle chiavi, sottolinea l'economista Betty Wang, della banca ANZ.

Intanto, nel mese di giugno, l'import della Cina dalla Russia, in prevalenza petrolio e gas, è salito del 56,3% annuo, a 9,7 miliardi di dollari, in scia agli sconti sui prezzi offerti dal Cremlino dopo che Usa, Ue e alleati hanno sospeso la gran parte degli acquisti in risposta all'aggressione di Mosca ai danni dell'Ucraina. L'export, secondo i dati delle Dogane cinesi, è invece sceso del 17%.

Nei primi sei mesi dell'anno, l'interscambio della Cina con la Russia è salito del 27%, a 519 miliardi di yuan (77 miliardi di dollari). Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia, nel 2021 la Cina ha comprato il 20% dell'export di greggio russo.



(Foto: © Sattapapan / 123RF) Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero