L'Italia sta vivendo una «prolungata e infeconda sospensione, dove le manovre pensate in affannata successione non hanno portato i risultati attesi». In questo...
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Fenomeno diverso da quella degli anni '70 che apriva a «una saga di sviluppo industriale e imprenditoriale» perché si tratta di una «arma di pura difesa». Negli anni '70, ricorda il Censis nel suo rapporto «si trattava di un sommerso pre-industriale, che nel ventennio successivo fece da battistrada all'imprenditoria molecolare e all'industrializzazione di massa; oggi invece siamo in presenza di un sommerso post-terziario, dove vive un magma di interessi e comportamenti, un'onda profonda di soggetti e di scelte».
Un fenomeno che ha un legame con i «processi sociali più importanti di questo periodo, un legame che lo rende invasivo quanto invisibile nella proliferazione di figure lavorative labili e spesso provvisorie» e che «ha ereditato poco della prassi e della cultura industriali; non ha saldezze organizzative e manageriali, tanto meno adeguati riferimenti sistemici; ma è comunque un fenomeno di enorme peso e importanza».
Quella di oggi, insomma, è un'era del sommerso «più statico che evolutivo» e «molecolare», «senza un sistemico orientamento di sviluppo».
Si va dall'attuazione di «una puntuale politica del risparmio» all'esplosione «negli ultimissimi anni di un grande risparmio cash» non solo legato a evasione e riciclaggio ma »in parte più consistente dovuto alla propensione di intere categorie professionali e sociali a richiedere pagamenti in moneta, 'per non andare in bancà e per gestire in proprio la propria liquidita'».
In parallelo alle gestione dei beni 'mobiliari' anche sugli immobili si è affermata una «vocazione al sommerso». Da una «conservazione da 'bene rifugio'» si sta passando a «una imitativa strategia di 'messa a reddito': non c'è casolare rurale, appartamento urbano, attico panoramico che non veda i proprietari decisi a farli rendere attraverso utilizzi (casa per vacanze, bed and breakfast, location per eventi vari, ecc.) dove impera la transazione cash (non solo per la parte immobiliare, ma anche per i servizi correlati».
Secondo il Censis per la prima volta i figli saranno più poveri dei genitori. L'istituto parla di «ko economico dei millennial» che hanno «un reddito inferiore del 15,1% rispetto alla media dei cittadini» e una ricchezza familiare che, per i nuclei under 35, è quasi la metà della media (-41,2%). Nel confronto con venticinque anni fa, rispetto ai loro coetanei di allora, gli attuali giovani hanno un reddito inferiore del 26,5% (periodo 1991-2014), mentre per la popolazione complessiva il reddito si è ridotto solo dell'8,3% e per gli over 65 anni è invece aumentato del 24,3%.
Il reddito medio da pensione è passato da 14.721 a 17.040 euro (+5,3%) tra il 2008 e il 2014 e 4,1 milioni di pensionati «hanno prestato ad altri un aiuto economico». I nuovi pensionati, si legge sempre nel rapporto, sono più anziani e redditi mediamente migliori come effetto di carriere contributive «più lunghe e continuative». Tra 2004 e 2013 è quadruplicato chi è andato in pensione di anzianità con più di 40 anni di contributi (dal 7,6% al 28,8%). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero