Il mercato del mattone ha recuperato i livelli del 2010, anche se restano ancora lontani i fasti pre-crisi. La svolta è arrivata alla fine del 2018. Gli ultimi tre mesi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La rincorsa iniziata ormai più di tre anni fa, dopo i minimi toccati nel 2013, taglia così una prima tappa. E non è solo
merito dei rogiti firmati per passaggi di casa. Tornano a crescere, e in modo deciso, le transazioni per negozi, uffici,
laboratori e capannoni industriali (+10,5%). Un segnale questo che va anche oltre i confini del comparto immobiliare. A trainare il tutto è il Nord, come non manca di sottolineare lo stesso Istat. Dietro chi compra c'è molto spesso una banca che finanzia. Infatti l'andamento dei mutui riflette quello del mercato (+2,2% negli ultimi tre mesi del 2018). Ma in questo caso ancora non si riagganciano i valori del 2010, se non nel Centro Italia.
Fin qui i numeri sul traffico registrato sul mercato, ovvero sulla frequenza di acquisiti e vendite. Un'altra cosa sono i prezzi. Come confermato dall'Istituto di statistica il mese scorso, la dinamica in questo caso è diversa: in discesa.
Qui il confronto con il 2010 resta in profondo rosso (-16,9%). Insomma è tempo di affari per chi compra, non per chi cede. Si può stare su fronti diversi ma il dato sul valore delle case accomuna un po' tutti gli italiani, che da sempre fondano gran parte della loro ricchezza proprio sul mattone (la quota delle famiglie proprietarie della casa in cui vivono sfiora tradizionalmente l'80%).
Bisognerà vedere se il balzo dei volumi relativi al quarto trimestre potrà smuovere anche qualcosa in termini di valori. L'exploit c'è stato, visto che nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente l'aumento degli atti è stato del 7,6% (nella media di tutto il 2018 +4,7%). Sotto la media nazionale resta però il Sud. Invece le differenze tra grandi città e piccoli Comuni, solitamente accentuate, quasi scompaiono. I mutui per ora tengono il passo, su base annua crescono addirittura dell'8,4% (nel complesso del 2018 +3,6%). Il fattore credito è decisivo. La rimonta dei contratti stabili, certificata dall'Inps per i primi due mesi dell'anno, è senz'altro d'aiuto. Non a caso al momento la dinamica dei finanziamenti alle famiglie sembrerebbe ancora solida, mentre verso le imprese, soprattutto le più piccole, l'ultimo bollettino della Banca d'Italia già notava un irrigidimento. D'altra parte a fine marzo l'Osservatorio sull'immobiliare di Nomisma aveva previsto un rallentamento nel corso del 2019. Magari non proprio un'inversione di tendenza, ma solo una battuta d'arresto. Recessione permettendo.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero