Generali, Caltagirone: «Superato il 3%, non escluso un ulteriore arrotondamento»

Generali, Caltagirone: «Superato il 3%, non escluso un ulteriore arrotondamento»
Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente di Generali, ha superato la soglia del 3% del gruppo assicurativo e non esclude un nuovo arrotondamento. E' stato lui stesso a...

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Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente di Generali, ha superato la soglia del 3% del gruppo assicurativo e non esclude un nuovo arrotondamento. E' stato lui stesso a dichiararlo a Trieste, alla vigilia dell'assemblea degli azionisti di Generali. «Credo nella Compagnia - ha spiegato - tanto che ho fatto un investimento importante per salire e ho superato il 3%». Un ulteriore arrotondamento «non è escluso», ha aggiunto.


Caltagirone ha sottolineato che «l'incremento della quota dipende da due cose, dai prezzi e dalla disponibilità». Il tandem tra l'ad di Generali, Philippe Donnet, e il direttore generale Alberto Minali «si completa bene» e «in comitato nomine abbiamo esaminato tutte le opzioni e sicuramente questa è stata giudicata la migliore opportunità per Generali. Ne sono convinto». Le Generali, ha spiegato Caltagirone, dovrebbero perseguire la strada della crescita per linee esterne se si dovessero presentare delle opportunità. «La crescita è nella natura di qualunque azienda sana e questa può essere fatta per linee interne o esterne». Per la crescita per linee esterne «devono capitare le opportunità», ha sottolineato, aggiungendo che «sicuramente le Generali sono diventate quello che sono espandendosi. Vivono da oltre 175 anni e penso che abbiano davanti a sé tanti e tanti anni e che debbano continuare a espandersi
»

Il vicepresidente del Gruppo assicurativo, interpellato sul tema del voto multiplo per gli azionisti stabili della società, ha spiegato che «non è una cosa attuale». «Io sono uno spettatore e basta», ha spiegato a chi gli chiedeva delle operazioni che riguardano Rcs. «Noi per fare qualcosa dobbiamo stare attenti alla soglia di concentrazione della legge dell'editoria», ha aggiunto.
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Il Messaggero