Calenda: «Pronti a presentare una proposta anti-predatori all'Ue. Possibile un ruolo più forte di Cdp»

Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda
La golden power va rafforzata. Solo così si possono fermare predatori extra Ue e «non di mercato» che minacciano le imprese italiane. Ne è convinto il...

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La golden power va rafforzata. Solo così si possono fermare predatori extra Ue e «non di mercato» che minacciano le imprese italiane. Ne è convinto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Sicuro anche che potrebbe essere «utile un ruolo più forte della Cassa Depositi e Prestiti. Perchè «le aziende partecipate dallo Stato vanno coordinate e gestite meglio».


NO A DELOCALIZZAZIONI HIGH TECH
«Sto per mandare alla commissione europea una proposta normativa che regola l’acquisizione da parte di soggetti extra Ue di società con capitale tecnologico molto significativo che può essere facilmente delocalizzato», ha detto dunque Calenda, precisando nel suo intervento al convegno “Stato azionista“ che «se si comprano aziende europee ad alto contenuto tecnologico da parte di soggetti che appartengono a economie non di mercato, lo Stato deve avere voce in capitolo». Secondo Calenda «le acquisizioni devono essere notificate ed eventualmente condizionate, altrimenti vedremo nei prossimi anni numerose acquisizioni di aziende italiane che rappresentano interventi di natura predatoria e non di mercato».

Del resto, «noi siamo l’area più aperta del mondo e le nostre aziende hanno bisogno di entrare in altri mercati e non ci entrano», ha aggiunto il ministro secondo il quale «bisogna rafforzare lo strumento della golden power, la trasparenza dei mercati e le partecipazioni pubbliche». A suo parere, inoltre, «dobbiamo essere sicuri che di fronte a proclami di liberismo, non facciamo la figura degli imbecilli e superficiali, poi comprati a pezzi e depauperati».

LO STATO NELLE IMPRESE
Le aziende partecipate dallo Stato vanno coordinate e gestite meglio. Ma è difficile che funzionino meglio con un ruolo pubblico più allargato. E’ questo, in sintesi, il pesniero di Calenda sotllecito sul ruolo della Cdp.

«Un ruolo della Cassa Depositi e Prestiti più forte può essere un fatto utile e importante», per Calenda. «Se ne può discutere», ha aggiunto rsottolineando, ma  «non penso che questo risolverà tutto». Ma è bene ricordare che ad oggi ci sono paletti «molto chiari» all’intervendto di Cdp. A ricordarlo è il presidente della Cassa, Claudio Costamagna. Si tratta di Roma, Bruxelles e Francoforte. Mi piacerebbe - ha sottolineato - che questi paletti fossero conosciuti». Altrimenti «tutti i giorni sui giornali si leggono cose che noi possiamo fare, ma se non si cambiano i paletti noi non possiamo muoverci». Insomma, ha concluso il presidente di Cdp:«Penso sia opportuno rendere chiaro quali siano i limiti e le opportunità di uno strumento molto delicato e particolare, e molto poco conosciuto, come la Cdp». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero