Buoni pasto, strumento utile per rilanciare i consumi?

Buoni pasto, strumento utile per rilanciare i consumi?
(Teleborsa) - Grande interesse sta suscitando la proposta di un gruppo dei deputati del Partito Democratico (PD) sull'innalzamento del valore deducibile dei buoni pasto. ...

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(Teleborsa) - Grande interesse sta suscitando la proposta di un gruppo dei deputati del Partito Democratico (PD) sull'innalzamento del valore deducibile dei buoni pasto.



La proposta, contenuta nei due emendamenti alla legge di Stabilità sarà esaminata dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati.



”Si tratta di un sistema che ormai da 16 anni attende di essere rapportato all'aumento del costo della vita”, spiega Gregorio Fogliani, presidente di Qui Group e associato Cobes, specificando che “le modifiche proposte sono di due tipi: nel primo caso si tratta di un aumento del valore esentasse fino a 7 euro del buono pasto in qualsiasi forma; nel secondo caso, tale innalzamento sarebbe di 6 euro per il buono pasto in forma cartacea e di 7 euro per il buono pasto in forma elettronica. La deducibilità dei buoni pasto, oggi, è pari alla soglia di euro 5,29 per ogni giorno lavorato. Un aumento del valore esentasse del buono pasto - sostiene Fogliani - avrebbe il duplice obiettivo di incrementare il potere d'acquisto dei consumatori, in un periodo di contrazione di consumi come quello attuale e, allo stesso tempo, aumentare gli investimenti di welfare aziendale, che, qui in Italia, va spesso a sopperire alle mancanze del welfare pubblico”.



Concorde Andrea Keller, amministratore delegato Edenred Italia, ricordando gli studi condotti da OpenEconomics e Università di Tor Vergata sull'impatto del sistema dei buoni pasto nell'economia italiana, che mostrano dei “numeri assolutamente interessanti. Su un valore del mercato di circa 2,8 miliardi di euro, il buono pasto e la catena di valore aggiunto già oggi rappresentano lo 0,72% del PIL; un aumento del valore esentasse a 7 euro porterebbe il settore a rappresentare lo 0,90% del PIL con conseguente aumento di entrate fiscali, valore aggiunto nei pubblici esercizi e maggior potere di acquisto sui lavoratori. Siamo certi che aumentare il valore dell'esenzione fiscale del buono pasto contribuirà a far ripartire i consumi e che le ripercussioni positive si vedranno non solo a livello individuale, con un incremento del potere d'acquisto subito fruibile e che non può essere distratto nel settore del risparmio, ma anche a livello dell'intero sistema Paese”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero