Brexit, Confagricoltura: a rischio Made Italy agroalimentare

Brexit, Confagricoltura: a rischio Made Italy agroalimentare
(Teleborsa) - Il risultato elettorale nel Regno Unito fa chiarezza sui tempi della Brexit, ma la tutela del Made in Italy agroalimentare non è assicurata". Il presidente della...

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(Teleborsa) - Il risultato elettorale nel Regno Unito fa chiarezza sui tempi della Brexit, ma la tutela del Made in Italy agroalimentare non è assicurata". Il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha commentato così l'esito delle elezioni politiche che si sono svolte ieri nel Regno Unito.


"Alla Camera dei Comuni ci sono, sulla carta, i numeri per far passare l'accordo di recesso negoziato con l'Unione - ha proseguito Giansanti - il 31 gennaio prossimo, a meno di clamorose sorprese, il Regno Unito uscirà dalla UE. Le incertezze riguardano il futuro delle relazioni commerciali bilaterali".

L'accordo di recesso raggiunto tra Bruxelles e Londra - ha ricordato Confagricoltura - prevede, dopo il formale recesso, l'avvio di un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, durante il quale il Regno Unito continuerà ad applicare nella sostanza le regole della UE. Inoltre, come previsto nella dichiarazione politica che accompagna l'accordo di recesso, partirà il negoziato sulle future relazioni commerciali con l'obiettivo concordato di definire una approfondita area di libero scambio.

"Come ha già evidenziato il capo negoziatore della UE, Michel Barnier, la prevista durata del periodo transitorio è troppo breve per raggiungere l'accordo - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - il Primo ministro britannico ha dichiarato di non essere disponibile ad una proroga".

"E' indispensabile un chiarimento urgente - ha puntualizzato Giansanti - perché senza un accordo rischieremmo di trovarci, alla fine dell`anno venturo, nella situazione peggiore che finora è stata evitata. Vale a dire il ritorno delle frontiere tra UE e Regno Unito, con il ripristino dei dazi e dei controlli sulle merci. In pratica una "hard Brexit" a scoppio ritardato".

"Anche il riconoscimento e la tutela delle indicazioni geografiche protette - ha messo in guardia Giansanti - non sarebbero più garantiti sul mercato britannico, a tutto vantaggio delle imitazioni e delle contraffazioni delle nostre specialità".


"Non può essere il fattore tempo a condizionare il futuro delle relazioni tra Ue e Regno Unito - ha concluso il presidente della Confagricoltura - occorre consolidare al massimo gli attuali lussi commerciali". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero