Bonus benzina per i redditi più bassi, Urso: «Lo strumento sarebbe simile alla social card»

Lo strumento sarebbe simile alla social card. E rilancia sul patto anti-inflazione

Bonus benzina
Il taglio delle accise? «Oggi non si può fare». Costerebbe 13 miliardi di euro l’anno e quei soldi servono per il cuneo fiscale, con l’intento di...

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Il taglio delle accise? «Oggi non si può fare». Costerebbe 13 miliardi di euro l’anno e quei soldi servono per il cuneo fiscale, con l’intento di renderlo strutturale. Eppure, garantisce il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, non è da escludere un intervento del governo contro il caro-carburanti. Quantomeno a sostegno di chi è più in difficoltà. «Se il prezzo medio (ormai stabilmente sopra i due euro in autostrada ndr) dovesse mantenersi ai livelli attuali o peggio aumentare ancora, ci porremo il problema per aiutare le famiglie più numerose e chi ha redditi più bassi». 

A “La Piazza”, la kermesse di Affariitaliani.it a Ceglie Messapica, Urso in pratica rispolvera l’idea di inserire in una Legge di Bilancio «complessa» (per dirla alla Giorgetti), almeno una misura «mirata» su benzina e gasolio. «Per esempio con un bonus come fatto con la Social card» esplicita a margine dell’intervento al Messaggero. 

Manovra, dal prezzo basso del gas il governo può risparmiare 1 miliardo. Risorse anche dall’assegno unico per i figli

LA DECISIONE

Una decisione che però è difficile da prendere. E non solo perché le casse sono piuttosto vuote, quanto perché la misura presupporrebbe la capacità di prevedere l’andamento di prezzi che dipendono da fattori esterni imponderabili per l’Italia (dal prezzo al barile imposto dai Paesi produttori alle poche raffinerie a disposizione). In ogni caso il ministro è ottimista. «Dateci fiducia: l’Italia oggi è giudicata positivamente dalle agenzie di rating internazionale, le borse italiane segnano il loro record storico e lo spread si è ridotto». Per di più, aggiunge, in questa fase la priorità «sono inflazione e consumi». Tant’è che «continuiamo a lavorare al patto anti-inflazione. Hanno già aderito i commercianti, la grande distribuzione, le piccole e medie imprese, gli artigiani e le cooperative». Ora tocca ai produttori, che il ministro incontrerà nei prossimi giorni. «Se lavoriamo insieme come sistema Italia, potremmo ridurre drasticamente l’inflazione nell’ultima parte nell’anno». Ottimismo appunto. E quindi, tornando al carburante, pur sottolineando come il taglio del Draghi costò un miliardo di euro al mese, Urso ostenta una certa sicurezza: «Con i 25 centesimi in meno voluti dal passato governo il prezzo scese più o meno ai livelli attuali». In altri termini: in questo momento le accise restano. Anche perché, come dice alla stessa manifestazione la ministra del Lavoro Marina Calderone prima di rivendicare lo stop al reddito di cittadinanza e l’implementazione delle politiche attive («Ma non garantiamo un lavoro di Stato»): «Le risorse vanno destinate a chi ha realmente bisogno». Un mantra che guida un po’ tutti i (tanti) interventi governativi. Il sottosegretario Marcello Gemmato (FdI come l’eurodeputato Carlo Fidanza), la capogruppo di FI Licia Ronzulli e il giornalista e consigliere regionale Vittorio Feltri. Con oggi in arrivo i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Almeno per ieri, invece, un unico esponente dell’opposizione: Antonio Decaro. Del resto da settimane il sindaco dem di Bari da presidente dell’Anci guida la fronda critica nei confronti dell’esecutivo. Tra immigrazione («Per i minori non accompagnati i soldi li stanno mettendo i comuni» dice arrivando a Ceglie) e fondi del Pnrr, l’ingegnere ex impiegato Anas sembra quasi ambire ad un ruolo di front runner alle prossime europee (il mandato da primo cittadino scade proprio nel 2024).

IL SONDAGGIO

La grande assente a Ceglie però, al netto del rifiuto tardivo del generale Vannacci, è Giorgia Meloni. La premier, sempre presente durante le passate edizioni e acclamata per il suo «mi tremano le vene dei polsi» lo scorso anno, stavolta ha declinato. Eppure Meloni, che ha appena lasciato la Valle d’Itria, è la protagonista di un sondaggio di Lab21.01 presentato sul palco. Una rilevazione che, ad un anno dal suo insediamento a palazzo Chigi, attesta come la premier sia in questa fase più apprezzata di Conte, Renzi e Letta. Alla pari con Draghi. Meno di Berlusconi. E soprattutto come, a livello di immagine, sia percepita dagli italiani come più capace di 365 giorni fa ma meno innovatrice. Più affidabile anche se meno coerente. Almeno in teoria cioè, ha tutte le carte in regola per portare a casa una Manovra difficile. 

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Il Messaggero