Bollette, stop ai maxi-rincari: congelato l’aumento del 20 per cento

Confronto serrato all’Arera sulle nuove tariffe: ieri la riunione domani la decisione variazioni minime grazie ai sostegni

Si ferma la folle catena degli aumenti di luce e gas. Dopo tre trimestri di rincari a due cifre per famiglie e imprese (+55% per la luce e +41,8% per il gas solo per il primo...

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Si ferma la folle catena degli aumenti di luce e gas. Dopo tre trimestri di rincari a due cifre per famiglie e imprese (+55% per la luce e +41,8% per il gas solo per il primo trimestre 2022) e oltre 20 miliardi messi in campo dal governo per calmierare le bollette a partire da luglio 2021 si va verso un secondo trimestre di prezzi praticamente congelati, o con minime variazioni, rispetto alla fotografia scattata dall’Arera a fine dicembre. È questo lo scenario disegnato dalle ultime quotazioni sull’energia fortemente ridimensionate rispetto ai picchi che hanno accompagnato l’avvio della guerra in Ucraina e che avevano prospettato un rincaro fino al 15-20% per l’elettricità, a fronte di un ritocco più modesto per il gas.

 

 

Bollette, lo scenario

Uno scenario complicato però da una volatilità che rischia di rimanere alta nei prossimi mesi, nonostante si vada verso un calo dei consumi. Il dossier è stato esaminato a lungo ieri dall’Arera in una riunione ad hoc convocata proprio per fare il punto della situazione e annunciare a stretto giro le nuove tariffe per il trimestre aprile-maggio-giugno. Poi la decisione è slittata a domani. Ci sono ancora molti dettagli tecnici da esaminare attentamente per centrare al meglio le previsioni. E dunque sarà una nuova riunione dei tecnici a fissare i prezzi dei prossimi mesi tenendo conto del sostegno arrivato dal governo, a partire dall’azzeramento degli oneri di sistema. 

 

 

Il dribbling all'effetto guerra

Secondo gli analisti, il sistema di determinazione del prezzo previsto per il metano che confronta la media di novembre scorso con quella di febbraio, avrebbe permesso di dribblare l’effetto guerra registrato tra fine febbraio e la prima metà di marzo, fino a punto da far ipotizzare grazie agli aiuti del governo anche il segno meno per il gas (ieri a quota 103 euro per megawattora contro 345 euro toccati il 7 marzo). L’elettricità, invece, è scesa sotto 250 euro per megawattora a meno della metà del picco di 600 euro toccato a inizio mese. 
Un calo drastico che dovrebbe consentire all’Arera di limitare il rialzo al 2% o poco più. 
Certo è una magra consolazione, visto che nonostante gli interventi del governo i prezzi del primo trimestre avevano già registrato un aumento del 131%, a fronte del 94% del gas rispetto all’anno scorso.

 

 

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Il Messaggero