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La decisione sembra ormai presa: per finanziare la legge di Bilancio il governo farà più deficit. Creando uno spazio finanziario di oltre 20 miliardi, al servizio di una manovra che sarà concentrata sul contrasto al caro bollette. A questa voce, quanto mai prioritaria visto anche l’andamento dell’inflazione a ottobre, verranno destinati i tre quarti delle risorse disponibili, mentre il restante 25 per cento servirà per le altre misure dalla flat tax alle pensioni.
Entro giovedì prossimo, 4 novembre, sarà approvata dal consiglio dei ministri la nuova Nota di aggiornamento al Documenti di economia e finanza (Nadef) comprensiva dello scenario programmatico, ovvero degli obiettivi che il nuovo governo si pone su crescita dell’economia e conti pubblici. Il precedente esecutivo infatti aveva messo a punto solo il quadro tendenziale, in attesa del previsto passaggio di consegne.
GLI ELEMENTI
Alcuni elementi sono ancora da definire, alla luce di dati importanti in arrivo: come quello che fornirà lunedì l’Istat con la stima preliminare sull’andamento del Pil nel terzo trimestre.
IL DISAVANZO
Come saranno trovate le risorse? Proprio nella Nadef era stato previsto per il prossimo anno un deficit del 3,4 per cento, più contenuto dell’obiettivo programmatico fissato a primavera al 3,9 per cento. Mezzo punto di Pil in meno, ovvero una dote di circa 10 miliardi, che il governo avrebbe potuto recuperare senza problemi. Ma ora Palazzo Chigi e Mef ritengono di spingersi oltre, lasciando scivolare il disavanzo al 4,5 per cento del Pil, cioè 1,1 punti sopra l’obiettivo originario. In questo modo si “libera” un ammontare ben maggiore, pari a quasi 22 miliardi. Attraverso un meccanismo contabile (l’anticipo di alcune spese) ulteriori fondi potrebbero essere dirottati sul prossimo anno da quelli disponibili per il prossimo decreto con cui andranno estesi al mese di dicembre i provvedimenti anti-bollette (soprattutto per le imprese) che attualmente arrivano a novembre. E un contributo (intorno ai 4 miliardi) arriverà forse da risorse europee che possono essere riprogrammate. Si arriverebbe così intorno ai 30 miliardi di coperture. Serviranno poi altre misure, a partire dalla revisione della spesa dei vari ministeri, che Mef e Palazzo Chigi intendono rafforzare.
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Il Messaggero