BEI finanzia espansione Porto di Genova con 300 milioni

BEI finanzia espansione Porto di Genova con 300 milioni
(Teleborsa) - La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) attiva un prestito quadro di 300 milioni di euro all'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per...

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(Teleborsa) - La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) attiva un prestito quadro di 300 milioni di euro all'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale per contribuire a finanziare il più grande intervento di rinnovamento dell'area portuale ligure degli ultimi 25 anni. Il progetto, nato prima del crollo del Ponte Morandi, si è reso ancor più necessario e urgente dopo l'evento del 2018 che ha interessato molteplici entità pubbliche del territorio a voler intraprendere un ambizioso programma di investimenti volto al miglioramento dell'accesso alle aree portuali e aeroportuali liguri.





Il prestito BEI (che rappresenta la terza operazione finanziaria concessa dalla BEI alle autorità portuali liguri, a seguito del successo degli investimenti emessi nel 2012 e 2013 a rinnovazione dei porti di Genova e di Savona) servirà a finanziare, tra gli altri - come chiarisce la nota ufficiale - la nuova diga foranea di Genova per la quale il Governo ha stanziato un importo complessivo di 600 milioni di euro (500 milioni del Fondo complementare al PNRR; e 100 milioni del Fondo Infrastrutture Portuali). L'opera consentirà di ridurre i rischi di inondazioni causate dai cambiamenti climatici e permetterà alle moderne navi cargo di accedere agevolmente al sito portuale, ed eseguire manovre di carico e scarico merci in maniera sicura e sostenibile. Ciò renderà il Porto di Genova particolarmente accessibile, e rappresenterà un punto di forza strategico per lo sviluppo di quest'ultimo in termini capacitivi e produttivi.

In aggiunta, si adatterà la rete ferroviaria circostante al Fuori Muro con binari da 750 metri per favorire il transito merci e ridurre il traffico stradale generato dai camion in arrivo. Il finanziamento della BEI permetterà il ripristino di banchine esistenti e lo sviluppo di collegamenti elettrici nave-terra, il cosiddetto ‘cold ironing', che consentirà alle navi ormeggiate di alimentarsi con la corrente da terra riducendo le emissioni di carburante.



Gelsomina Vigliotti, Vice Presidente della BEI ha commentato: "Siamo fieri di sostenere lo sviluppo infrastrutturale e ambientale del sistema portuale genovese, un polo chiave per l'economia, l'export e il turismo italiano. Uno dei principali obiettivi della BEI è Investire in infrastrutture che promuovano la connettività e la sostenibilità ambientale come strumenti per rafforzare la resilienza e la competitività dell'economia e per affermare il posizionamento strategico europeo a livello globale".

"Siamo molto orgogliosi della firma di oggi che testimonia la vicinanza della principale Istituzione finanziaria euro unitaria allo sviluppo del primo porto italiano appartenente alla rete core Europea e la validità strategica della nuova Diga foranea di Genova per lo sviluppo del sistema logistico portuale all'insegna della sicurezza e della sostenibilità", sottolinea Paolo Emilio Signorini, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. "L'impianto pianificatorio, tecnico progettuale, finanziario e autorizzativo dell'opera non ha precedenti per scrupolosità e analiticità; anche di questo andiamo fieri".

Con questa operazione, il supporto BEI ai Porti Italiani supera il volume complessivo di 1 miliardo di euro. La BEI si conferma quindi come il principale finanziatore delle Autorità Portuali Italiane, supportando cosi un settore strategico per la connettività e lo sviluppo economico italiano ed europeo. Un settore che avrà, inoltre, un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici e sarà in linea con le priorità della nuova politica dei prestiti per i trasporti (transport lending policy) BEI.


L'inizio dei lavori è previsto nel corso del 2022 con termine entro il 4° trimestre del 2026 per la Diga Foranea e il 2024 per i restanti interventi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero