Bce, von der Leyen: «Il Qe non si tocca. Possibile infrazione contro la Germania»

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Altro che giustificazioni della Be sui maxi-piani di acquisto dei titoli Ue. Scende in campo la Commissione europea per riaffermare la primazia del diritto Ue sulla Corte...

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Altro che giustificazioni della Be sui maxi-piani di acquisto dei titoli Ue. Scende in campo la Commissione europea per riaffermare la primazia del diritto Ue sulla Corte Costituzionale tedesca. La Commissione Europea sta analizzando le oltre 100 pagine della sentenza della Corte Costituzionale tedesca sulla legittimità del Qe e, sulla base dei risultati dell'esame, «sta considerando i possibili prossimi passi, inclusa una procedura di infrazione», ha scritto infatti la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in una lettera inviata all'eurodeputato tedesco dei Verdi Sven Giegold, che l'ha resa nota la notte scorsa.


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Von der Leyen nella lettera afferma di condividere l'opinione dell'eurodeputato, secondo il quale la recente sentenza della Corte di Karlsruhe «solleva questioni che toccano il cuore stesso della sovranità europea. Questioni che sono importanti non solo per la politica monetaria dell'Unione, ma anche per lo Stato di diritto nell'Ue». «Le posso assicurare - scrive ancora l'ex ministra della Difesa tedesca - che la politica monetaria dell'Unione è una materia di competenza esclusiva. Il diritto Ue ha la precedenza sul diritto nazionale e le sentenze della Corte di Giustizia sono vincolanti per tutte le Corti nazionali».

Tanto per essere chiari, non solo non è in discussione il Piano di acquisti pandemico (Pepp) varato per affrontare l'emergenza, ma non sono discussione nemmeno i piani di acquisto varati da Draghi.

Sul tema è tornato anche il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni: «La Commissione è guardiana dei trattati e deve affermare il primato della Corte di giustizia rispetto alle corti nazionali su tutte le materie europee e l'indipendenza delle istituzioni, a cominciare dalla Bce».

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Il Messaggero