Bce: i compiti a casa per l'Italia e quelli per la Germania

Bce: i compiti a casa per l'Italia e quelli per la Germania
Nel suo Bollettino mensile, la Banca centrale europea, come di consueto, passa in esame le posizioni di bilancio dei singoli Paesi dell'Eurozona formulando stringate...

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Nel suo Bollettino mensile, la Banca centrale europea, come di consueto, passa in esame le posizioni di bilancio dei singoli Paesi dell'Eurozona formulando stringate raccomandazioni. Ai Paesi ad alto debito, categoria nella quale rientra a pieno titolo l'Italia, si chiedono "ulteriori sforzi di consolidamento". L'indicazione è di "mettere stabilmente il rapporto debito/Pil su un percorso di discesa". Questo perché i Paesi in questione "sono particolarmente vulnerabili a nuove instabilità dei mercati finanziari o a un rimbalzo dei tassi di interesse". Insomma, l'accento non è tanto sul rispetto formale dei parametri europei, ma sui rischi di medio periodo. Da parte italiana, l'impegno a ridurre il rapporto debito/Pil nel 2016, per la prima volta dopo otto anni, è stato ribadito più volte nelle sedi ufficiali; ma l'obiettivo appare difficile da raggiungere soprattutto per l'assenza di inflazione, che tenendo basso il denominatore della frazione (il Pil nominale) contribuisce a incrementare il rapporto.


Al contrario, chi nell'area dell'euro ha "spazio di bilancio" dovrebbe fare uso di questo margine "per manovrare, ad esempio espandendo gli investimenti pubblici". Campione dei virtuosi, anche se non viene nominata esplicitamente, è naturalmente la Germania con il suo equilibrio dei conti già raggiunto, che quest'anno dovrebbe diventare un surplus pieno: il suggerimento per Berlino è di fare più spesa pubblica, si intende di qualità. A tutti poi si raccomanda una composizione del bilancio più orientata alla crescita: ovvero un assetto di spese e tributi in grado di stimolare l'economia. Vale la pena di notare che mentre si discute molto sull'austerità europea e sui danni che eventualmente causa, la valutazione tecnica della Bce è un po' diversa. Nel 2016 l'orientamento di bilancio (fiscal stance) sarà infatti espansivo nel complesso dell'Eurozona, per effetto dei tagli di tasse e contributi sociali attuate da vari Paesi, tra cui anche l'Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero