BCE e Fed, i mercati guardano con attenzione le prossime mosse

BCE e Fed, i mercati guardano con attenzione le prossime mosse
(Teleborsa) - Nuova fase di attenzione da parte dei mercati sulle maggiori banche centrali globali: BCE e Federal Reserve. Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea si è...

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(Teleborsa) - Nuova fase di attenzione da parte dei mercati sulle maggiori banche centrali globali: BCE e Federal Reserve. Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea si è registrato un non trascurabile rafforzamento della retorica espansiva, dovuta alla lentezza con cui l'inflazione mostra di voler risalire ai valori auspicati.


Sulla Federal Reserve invece i mercati sono stati sollecitati da indicazioni contrastanti. Da una parte la previsione di un taglio dei tassi di interesse a luglio (scenario andato improvvisamente in crisi a causa della solidità dei dati sul mercato del lavoro USA), dall'altra la prospettiva di diffusi rafforzamenti del dollaro sul mercato dei cambi.

La BCE, durante il simposio di Sintra, tramite il Presidente uscente Mario Draghi, ha affermato che è necessario pensare a nuovi stimoli, fino al punto di ipotizzare una ripresa degli acquisti netti di titoli di Stato. Draghi ha poi smentito le speculazioni provenienti da alcuni organi di informazione sulla possibilità che l'istituzione possa spingersi a rivedere l'obiettivo ufficiale di inflazione, in base al quale definisce il quadro di "stabilità dei prezzi" (oggi al 2%), che in base ai trattati europei è tenuta a conseguire.

La controparte americana a capo della Fed, il banchiere Jerome Powell, dopo i violenti attacchi del Presidente Donald Trump, non ha ancora effettuato il taglio dei tassi tanto sperato dal tycoon americano, che è tornato proprio oggi ad attaccare il numero uno della Fed. Il Presidente ha affermato infatti che la banca centrale americana ha "perso un colpo", sbagliando nell'alzare i tassi velocemente. "Non è costoso, e anzi è produttivo, agire ora", ha aggiunto.

Nelle ultime settimane il cambio euro-dollaro, estremamente sensibile a ogni sviluppo sul versante delle banche centrali, ha fluttuato in una banda relativamente limitata tra 1,1180 e 1,1280 dollari, fino a stabilizzarsi su 1,1212 dollari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero