Fabio Panetta, come nelle attese, è il nuovo direttore generale della Banca d'Italia in sostituzione di Salvatore Rossi, torna Daniele Franco dalla Ragioneria dello...
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Ora la parola passa appunto al governo ma su Panetta si è registrato il consenso delle forze di maggioranza che avevano apprezzato il passo indietro di Rossi e il rinnovo nel direttorio seppure la scelta dei nomi sia rimasta appunto prerogativa della banca. La nomina è infatti arrivata dal Consiglio Superiore della banca su proposta del governatore. Ora l'iter procedurale prevede l'approvazione della nomina con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto col Ministro dell'economia e delle finanze, sentito il Consiglio dei Ministri.
Significativamente in mattinata il governatore Ignazio Visco aveva fatto visita al presidente della Repubblica al Quirinale. Già nei giorni scorsi il passo indietro di Rossi aveva stemperato il contrasto con l'esecutivo gialloverde, specie nella sua componente a 5stelle che aveva esplicitamente chiesto «discontinuità» a Via Nazionale. Da lì ne era seguita una serie di scambi di accuse e risposte, con il governatore Ignazio Visco che aveva tenuto il punto mantenendo aperto l'iter per il vice dg e difendendo più volte l'operato della Banca in questi anni di crisi.
Quindi, dopo le dichiarazioni più ruvide, erano arrivati i primi ramoscelli d'ulivo. Significativamente, lo scorso 5 marzo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si era incontrato con il governatore, a Palazzo Chigi, per una colazione di lavoro con al centro peraltro anche i conti pubblici, l'economia e un'azione comune in Europa per rivedere le regole del bail in. E l'istituto centrale terrà domani, venerdì, l'assemblea dei partecipanti al capitale per l'approvazione del bilancio.
Assemblea nella quale gli azionisti, una compagine più parcellizzata dopo la riforma del 2014, che annovera non solo banche (Intesa e Unicredit detengono comunque ancora quote consistenti) ma anche fondi pensione, casse di previdenza (con il 15% del capitale) e assicurazioni per un valore totale del capitale di 7,5 miliardi, sostanzialmente votano il bilancio e non possono entrare nel merito di uno dei compiti dell'istituto centrale come la politica monetaria o la vigilanza. Nonostante ciò e nonostante sia un istituto di diritto pubblico e faccia parte dell'Eurosistema Bce (la cui autonomia è stabilita dai trattati Ue e da diverse norme europee), spesso negli ultimi anni il tema della proprietà è stato sollevato da diverse forze politiche che chiedono di 'rinazionalizzarè la banca.
Una decisione che però, se operata al valore originario del 1936, colpirebbe pesantemente i bilanci degli enti che hanno le quote magari acquistandole dalle banche.
Il Messaggero