Bankitalia, Fabio Panetta direttore generale: torna Daniele Franco, entra Alessandra Perrazzelli

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Rinnovamento nella continuità. In questo spirito ieri sera il Consiglio Superiore di Bankitalia, in seduta straordinaria, dopo una discussione di due ore e mezza, ha...

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Rinnovamento nella continuità. In questo spirito ieri sera il Consiglio Superiore di Bankitalia, in seduta straordinaria, dopo una discussione di due ore e mezza, ha completato il pacchetto di nomine al vertice che, assorbendo anche la conferma di Luigi Federico Signorini, ancora in stand by dal 16 gennaio a causa delle resistenze del governo gialloverde, dovrebbe essere varato, si spera in tempi rapidi con un decreto del presidente della Repubblica, dopo il passaggio dal Consiglio dei Ministri, come prevede l'art. 18 dello statuto. Le nomine devono avere decorrenza dal 10 maggio, si legge nel comunicato diffuso in serata da Palazzo Koch.


Commissione sulle banche, altolà di Mattarella

Su proposta del Governatore Ignazio Visco, il vice direttore generale Fabio Panetta, 59 anni, cresciuto all'ufficio studi di via Nazionale, competenze internazionali, collaboratore di fiducia da Ciampi fino a Draghi di cui è stato il braccio destro, rappresentante della banca centrale nel Supervisory board della Bce, sarà il nuovo direttore generale e presidente dell'Ivass, istituto di vigilanza sulle assicurazioni, al posto di Salvatore Rossi che il 19 marzo con una lettera ai dipendenti, ha dato la sua indisponibilità per un secondo mandato, alla scadenza di quello attuale il 9 maggio. «Mi sono adoperato per far sì che Banca d'Italia mantenesse la sua natura di istituto al servizio dell'interesse pubblico».

LA TENSIONE DEI CONSIGLIERI
Il posto lasciato vacante da Rossi nel direttorio è stato assegnato a Daniele Franco, Ragioniere generale dello Stato in uscita da maggio e che rientra in via Nazionale dopo sei anni con la carica di vicedg. Franco diventerà vice direttore generale. Infine sempre il 9 maggio scade il mandato di Valeria Sannucci, anch'essa vicedirettore generale, l'unica rappresentante rosa del direttorio che, come Rossi, ha preferito fare un passo indietro. Dopo una selezione compiuta con l'ausilio di un head hunter, la scelta è ricaduta su Alessandra Perrazzelli, avvocato, nata a Genova 58 anni fa, con un passato in Intesa Sanpaolo come responsabile affari regolatori e Antitrust, e in Barclays come country manager Italia. Attualmente è vicepresidente di A2a e di Assolombarda, cariche che naturalmente dovrà lasciare. Le nomine sono avvenute a scrutinio segreto e senza la presenza dei membri del direttorio: votazioni all'unanimità. Era presente, come da prassi, Riccardo Barbieri Hermitte, in rappresentanza del Tesoro dove svolge il ruolo di capo economista: il suo compito durante le riunioni del Consiglio Superiore è meramente notarile.
Si completa il pacchetto ma ai piani alti di Bankitalia il passaggio di ieri è stato carico di tensione. L'arrivo dall'esterno della Perrazzelli potrebbe essere la discontinuità auspicata da M5S e Lega. La situazione interna, però, resta complicata e i 13 rappresentanti dell'organismo supremo di Palazzo Koch lo avrebbero ribadito negli interventi. Da parte dei rappresentanti delle aree territoriali ed economiche, sarebbe stata manifestata insofferenza nei confronti delle invasioni di campo del governo con lo stop a Signorini: intaccano l'autonomia e indipendenza della banca centrale. Un paio di consiglieri superiori, con maggiore esperienza ed anzianità, sarebbero stati maggiormente critici verso il governo il cui atteggiamento ha creato lo stallo attuale. La circostanza che dopo la proclamazione di Panetta, Franco e Perrazzelli non ci sia stato applauso, come era stato fatto ad ottobre 2017 in occasione della conferma di Visco, anch'essa osteggiata dalla politica (all'epoca il premier Matteo Renzi tentò di mettersi di traverso), dimostra che il clima è ancora più teso.

Nella tarda mattinata Visco era stato ricevuto al Quirinale e la circostanza che il Colle abbia reso pubblico il colloquio, sembrava davvero un disgelo istituzionale. Invece i rapporti fra il governo e Bankitalia non sarebbero migliorati nonostante nelle ultime settimane gli esponenti di Lega e M5S abbiano fatto calare il silenzio.

Bankitalia ci teneva a chiudere le nomine di vertice prima dell'assemblea di stamane che approverà il bilancio 2018 chiuso con un utile copioso che frutterà un maxi-dividendo allo Stato di circa 4,5 miliardi.
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Il Messaggero