Via libera alla fusione tra la Bpm e il Banco Popolare. La Banca d'Italia, hanno comunicato i due istituti, ha infatti rilasciato l'autorizzazione alle...
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Il disco verde della Vigilanza è arrivato in forma incondizionata, dopo che nei mesi scorsi la Bce aveva imposto
pesanti richieste per approvare l'operazione, chiedendo al Banco di alzare i livelli di copertura sulle sofferenze, con contestuale varo di un aumento di capitale da un miliardo, e imponendo una serie di paletti sulla governance della nuova banca. A breve, probabilmente già domani, dovrebbe arrivare anche dalla Bce la concessione della licenza bancaria che permetterà al Banco Bpm di operare.
Lunedì si riuniranno invece i consigli delle due banche per convocare le assemblee straordinarie che dovranno deliberare sull'operazione, e che dovrebbero tenersi o sabato 15 ottobre o sabato 22 ottobre. Se le due assise approveranno l'operazione nascerà il terzo gruppo bancario in Italia con 2.500 sportelli, con 4 milioni di clienti e l'obiettivo di realizzare 1,1 miliardi di utili al 2019.
L'ultimo ostacolo alle nozze è ora rappresentato dall'assemblea della Bpm, dove serviranno i due terzi dei votanti per approvare la fusione e contestuale trasformazione in spa. I legali della banca, Piergaetano Marchetti e Giuseppe Lombardi, hanno chiarito al consiglio di sorveglianza che la Bce vuole un'unica delibera e non, come chiedevano i soci del 'Patto per la Bpm', due delibere distinte, una sulla fusione e una sulla trasformazione in spa. Una richiesta che poteva agevolare chi, come i componenti dell'associazione dei pensionati, guardano con diffidenza a un progetto sostenuto dal mercato, dal governo e dai sindacati. Esclusa anche l'ipotesi del voto segreto, non prevista dallo statuto della Bpm per le deliberazioni straordinarie.
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Il Messaggero