Banche italiane promosse per NPL anche dalla vice Presidente della vigilanza BCE

Banche italiane promosse per NPL anche dalla vice Presidente della vigilanza BCE
(Teleborsa) - Nuova promozione per le banche italiane e per il lavoro che hanno fatto per risolvere il nodo degli NPL (crediti deteriorati). Assieme al giudizio positivo di...

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(Teleborsa) -

Nuova promozione per le banche italiane e per il lavoro che hanno fatto per risolvere il nodo degli NPL (crediti deteriorati). Assieme al giudizio positivo di Daniele Nouy, Presidente del Single Supervisory Mechanism (SSM), l'organo di vigilanza unico costituito in seno alla BCE, arriva quello del suo braccio destro, la banchiera Sabine Lautenschlaeger, vicepresidente del SSM e membro del comitato esecutivo della Banca centrale Europea.



In una intervista all'Agenzia France Press, la Lautenschlaeger ha parlato di banche italiane "più solide", anche se al pari della collega Nouy sottolinea che "resta lunga la strada per ridurre i crediti deteriorati".

"Complessivamente, il sistema bancario italiano è diventato più resiliente", ha affermato la banchiera centrale, avvertendo però che l'Italia resta sotto osservazione in relazione ai rischi per la Manovra economica ed occorre, quindi, tener d'occhio i "cambiamenti e rischi nel contesto macroeconomico".

Lautenschlaeger sempre più "falco" all'interno del Board della BCE

Lautenschlaeger ha espresso la sua opinione anche in merito alla politica della BCE, vestendo una posizione da "falco", più restrtittiva in materia di politica monetaria, ed affermando che l'Eurotower "dovrebbe porre fine al suo sforzo di stimolo durato anni per la zona euro, nonostante un recente rallentamento della crescita nell'UE e nonostante l'aumento dei rischi per l'economia".

Proprio in questi giorni, ci si interroga infatti sulle prossime mosse della banca centrale guidata da Mario Draghi e non si esclude un nuovo round dell'asta a medio-lungo termine TLTRO, come fonte di finanziamento alternativa al sostegno più risoluto del Quantitative easing (QE) che è costato sino ad oggi 2.600 miliardi di euro.

"E' tempo di normalizzare gradualmente la politica monetaria", afferma la banchiera, sottolineando che la crescita dell'Eurozona resta in linea con le proiezioni.

Secondo la banchiera, poi, un prolungamento del piano QE potrebbe avere "effetti collaterali negativi", considerando che quando la BCE porrà fine al programma QE, ci vorranno ancora degli anni per assorbire gli effetti degli acquisti di asset sinora effettuati.



La banca centrale difatti continuerà a reimpiegare il danaro dei bond che via via giungono a scadenza per molto tempo ancora, mantenendo una "presenza costante" sul mercato obbligazionario. "Uno stimolo sufficiente" afferma la numero due del SSM, se lo si considera assieme ai prestiti a lungo termine alle banche, alle operazioni settimanali di liquidità ed ai bassi tassi d'interesse, destinati a restare ai minimi storici sino all'estate 2019 o anche sino all'autunno.


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Il Messaggero