Banche, Commissione scarta bad bank europea e sceglie soluzione nazionale

Banche, Commissione scarta bad bank europea e sceglie soluzione nazionale
(Teleborsa) - La Commissione europea esclude l'ipotesi di una band bank europea come risposta alla gestione dei crediti deteriorati (NPL) e propende per la creazione di bad bank...

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(Teleborsa) - La Commissione europea esclude l'ipotesi di una band bank europea come risposta alla gestione dei crediti deteriorati (NPL) e propende per la creazione di bad bank nazionali, da coordinare a livello europeo e con uno sviluppo del mercati per lo scambio di questi asset. E' questa la soluzione prescelta da Bruxelles a seguito al round di consultazione sulle proposte per l'Action Plan for non-performing loans.


"Diversi fattori renderebbero difficile allestire" una bad bank europea - si afferma - fra cui le "differenze di regole" nelle procedure fallimentari ed i "costi elevati" richiesti per la costituzione di una società di gestione degli asset.

Al contrario la soluzione di bad bank nazionali coordinate a livello europeo, si dimostra praticabile anche se va accompagnata da misure volte a sviluppare i mercati per lo scambio di questi asset, dalla creazione di un database europeo, dall'armonizzazione delle regole sui fallimenti e da misure "preventive" volte a scongiurare l'accumulo di NPL.

"La storia ci mostra che è meglio affrontare i crediti in sofferenza in modo tempestivo e deciso, soprattutto se vogliamo che le banche continuino a sostenere le imprese e le famiglie", ha affermato il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, definendo "non fattibile" l'ipotesi della bad bank unica.

"La Commissione europea ribadisce la necessità di evitare approcci meccanicistici sugli accantonamenti prudenziali delle banche, alla luce del contesto attuale di crisi pandemica", ha poi affermato Dombrovskis, in relazione alle proposte dell'EBA.

In realtà, l'incidenza dei crediti deteriorati rispetto ai crediti totali erogati è scesa in media al 2,8% nel 2° trimestre 2020 dal 2,9% di fine 2019, mentre in Italia l'incidenza è scesa al 6,3% dall'8,1% precedente, confermandosi doppia rispetto alla media europea. Peggio fanno Grecia (30,9%) e Cipro (14,5), mentre i Paesi più virtuosi sono Svezia (1%) e Germania (1,2%).


"Non si è assistito a impennate dei crediti deteriorati delle banche fino ad oggi", ha confermato la commissaria europea ai servizi finanziari Mairead McGuinness, aggiungendo che "le cose cambieranno" e che occorre garantire che "le banche continuino a prestare" all'economia reale, limitando la crescita degli NPL nei bilanci. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero