Con la notifica di 22 avvisi di conclusione indagini a ex consiglieri di Banca Etruria e ad alcuni dirigenti, la procura di Arezzo chiude il primo filone dell'inchiesta sulla...
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Tra i finanziamenti finiti sotto la lente d'ingrandimento della guardia di finanza, coordinata dal procuratore Roberto Rossi al quale fanno capo tutte le inchieste sul crack di Etruria, ci sono quelli concessi a un cantiere di Civitavecchia dove la Privilege Yard doveva costruire un grande yacht, al resort San Carlo Borromeo in Lombardia, al cementificio Sacci, alla Isoldi, alla società Pegasus, alla Cib 35, alla Hevea, alla High Facing e alla Città Sant'Angelo, outlet realizzato dalla Castelnuovese. Su alcune di queste società, come per la Privilege Yard, le procure interessate hanno poi aperto altre indagini. L'inchiesta di Arezzo ha interessato solo gli ex consiglieri che deliberarono i finanziamenti, talvolta neppure portati in cda ma decisi con l'avallo dell'ex dg Luca Bronchi, anche lui tra gli indagati, e di alcuni funzionari che istituivano le pratiche. Oltre a Fornasari, Rosi e Bronchi, le notifiche hanno raggiunto: Federico Baiocchi Di Silvestri, Sergio Bertani, Alberto Bonaiti, Luigi Bonollo, Ugo Borgheresi, Piero Burzi, Giovan Battista Cirianni, Giampaolo Crenca, Laura Del Tongo, Enrico Fazzini, Augusto Federici, Paolo Luigi Fumi, Natalino Giorgio Guerrini, Giovanni Inghirami, Carlo Maggiore, Andrea Orlandi, Carlo Platania, Alberto Rigotti e Rossano Soldini.
Niente è stato notificato a Pier Luigi Boschi, padre dell'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, che come anche altri consiglieri non ha mai firmato i finanziamenti oggetto dell'inchiesta.
Il Messaggero