Sosta gratis per l’auto ibrida, ma pensaci tu a dimostrarlo: la targa non basta

Sosta gratis per l’auto ibrida, ma pensaci tu a dimostrarlo: la targa non basta
Hai un’auto elettrica o ibrida? Parcheggi gratis negli spazi delimitati dalle strisce blu. Giusto? Sbagliato? Ascolta: Privatizzazioni, lo Stato vende quote (da 20 miliardi...

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Hai un’auto elettrica o ibrida? Parcheggi gratis negli spazi delimitati dalle strisce blu. Giusto? Sbagliato?

È così in alcuni Comuni italiani, a Roma come a Milano. E non solo. Ma ciascuno regola la questione come gli pare. E tutti scaricano sull’utente l’obbligo di dimostrare la legittimità della richiesta.
Comunque il permesso riguarda i soli residenti: cioè un milanese non paga a Milano e un romano non paga a Roma, a prescindere dal fatto che nessuno dei due inquina (o inquina meno), che sarebbe il motivo per cui viene concessa la sosta gratuita.
A Milano occorre fare una richiesta specifica al Comune, esibendo il libretto di circolazione. A Roma occorre iscriversi, inserendo il numero di targa attraverso il “Sistema Unico Digitale”, utilizzando Spid o Carta di identità elettronica (Cie), ma accertandosi di “avere l’applicazione CieID installata e configurata correttamente” sullo smartphone o sul pc. Ancora una volta un diritto viene affermato, ma per goderne bisogna attrezzarsi individualmente, come se fosse un favore.
Nel caso di Roma con un minimo di alfabetizzazione digitale, nel caso di Milano con una più tradizionale richiesta cartacea: comunque un onere in più per avere un diritto. Un diritto dovrebbe essere riconosciuto e basta. L’onere della prova a contrario dovrebbe essere dell’Amministrazione: l’asimmetria, se ci deve essere, dovrebbe essere a favore del cittadino.


Ma c’è un motivo in più per stupirsi di questa farraginosa modalità di comportamento. Si parla spesso di interoperabilità tra Pa. Per un’amministrazione pubblica dovrebbe essere facile interloquire con un’altra amministrazione pubblica, invece che chiedere al cittadino di esibire più volte gli stessi dati a interlocutori diversi. Possibile che l’ausiliario del traffico incaricato di fare contravvenzioni (ormai sono solo loro a essere presenti su strada, i vigili urbani sono quasi tutti in ufficio) non possa collegarsi alla Motorizzazione civile per verificare – tramite la targa – la modalità di trazione della vettura a rischio di contravvenzione?

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Il Messaggero