Attacco hacker Lazio, D'Amato: campagna vaccini va avanti, nessun dato trafugato

Attacco hacker Lazio, D'Amato: campagna vaccini va avanti, nessun dato trafugato
(Teleborsa) - All'indomani dell'attacco hacker ai sistemi informatici della Regione Lazio e in particolare al sistema di prenotazione vaccini Covid, l'assessore alla Sanità e...

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(Teleborsa) - All'indomani dell'attacco hacker ai sistemi informatici della Regione Lazio e in particolare al sistema di prenotazione vaccini Covid, l'assessore alla Sanità e Integrazione Sociosanitaria, Alessio D'Amato, ha assicurato che "la campagna vaccinale sta procedendo e proseguirà regolarmente, non c'è stata nessuna interruzione e non ci sarà nei prossimi giorni. L'attacco hacker non è riuscito a bloccare la campagna vaccinale del Lazio". D'Amato ha garantito che nessun dato trafugato e ha confermato che "sono in corso tutte le attività di verifica tecnica per ripristinare l'operatività dei sistemi in totale sicurezza". "Siamo in contatto costante con la struttura commissariale per garantire agli utenti che si vaccinano di avere il Green Pass secondo le consuete modalità", ha aggiunto l'assessore.


L'attacco nel finesettimana ha colpito per primi i sistemi informatici di LazioCrea e tutti i siti di riferimento – Regione Lazio, Lazio Salute, prenota vaccini – sono risultati inaccessibili. Al momento il sito della Regione Lazio non è ancora raggiungibile e non è possibile tramite piattaforma on line sia la prenotazione dei vaccini che dei tamponi molecolari. In generale, non è possibile accedere a nessun servizio connesso alla sanità della Regione Lazio. "Abbiamo segnalato alle autorità l'attacco e ringrazio tutti i dipendenti che da questa notte sono al lavoro per difendere la centrale e per tornare alla normalità", ha dichiarato il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti.


Nelle prossime ore è prevista l'apertura di un fascicolo in Procura sull'incidente informatico. Per ora gli investigatori hanno confermato che si tratta di un ransomware – un attacco simile a quello registrato lo scorso maggio che ha bloccato l'oleodotto dell'americana Colonial Pipeline – anche se non sono giunte richieste di riscatto. C'è stata una richiesta di pagamento in bitcoin, però c'è perplessità da parte degli investigatori perché arrivata dopo la circolazione della notizia e non contestualmente all'attacco, come avviene in questi casi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero