Ministeri, via a 5 mila assunzioni: per i dirigenti stipendi fino a 178mila euro

Enti e ministeri, via a 5 mila assunzioni
Pa, avanti c'è posto. Sono 5 mila le posizioni pronte ad aprirsi nelle amministrazioni centrali dello Stato per effetto della firma del decreto, pubblicato sul sito...

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Pa, avanti c'è posto. Sono 5 mila le posizioni pronte ad aprirsi nelle amministrazioni centrali dello Stato per effetto della firma del decreto, pubblicato sul sito della Funzione pubblica, che autorizza le assunzioni, dà il via libera a mobilità, determina lo scorrimento delle graduatorie e fa partire i concorsi.


Il provvedimento, che attende ora l'ok della Corte dei Conti, ha una copertura che fa leva sulle risorse accumulate negli anni precedenti, ma anche su quelle che fanno riferimento al 2019, con il turnover che dal 15 novembre sarà al 100%. Come a dire, di fatto, che le uscite verso la pensione provocate da quota 100 saranno rimpiazzate integralmente. Entrando nel dettaglio, le assunzioni a tempo indeterminato previste saranno 3 mila e 698, mentre altre mille e 321 saranno il frutto di concorsi che saranno organizzati entro il 2019.




La mappa di questo reclutamento presso le articolazioni della burocrazia italiana ha un centro nevralgico: il ministero degli Interni. Quasi il 40% delle assunzioni complessive sono collegate a quel dicastero: si tratta di mille e 807 posizioni. Subito dopo, anche se a grande distanza, compaiono, tra i dicasteri, i numeri del ministero dell'Università, con 515 nuovi posti in arrivo. Massiccia infornata in arrivo all'Agenzia delle Dogane-Monopoli, pronte ad accogliere ben 628 nuovi dipendenti. Ancora tra i ministeri, fanno il loro ingresso a Palazzo Chigi 107 lavoratori, mentre al ministero degli Esteri si preparano a sbarcare in 112. Iniezione significativa di forze fresche anche all'Agenzia Entrate: 347 e all'Inail: 308.

GLI STIPENDI
Spulciando sul capitolo retribuzioni, emerge che nessuno dei 5 mila nuovi lavoratori dello Stato raggiungerà i 248 mila euro lordi di reddito previsti come tetto dalla normativa attuale. Ma nel libro paga figurano comunque moltissimi stipendi di ottimo livello. Al top, ad esempio, ci sono i 178 mila euro lordi pronti per essere incassati dai tre neo-dirigenti pronti a timbrare il cartellino all'Ice. Ed è curioso pensare che l'Istituto del Commercio con l'estero, con sede all'Eur, sarebbe dovuto scomparire per effetto di una delle tante ondate anti-casta. Interessanti i trattamenti in arrivo alla Corte dei Conti. Per 21 referendari in dirittura d'arrivo sono pronti contratti da 158 mila euro, mentre peri ben 25 dirigenti dell'Agenzia delle Entrate-Monopoli è pronto un assegno da 144 mila euro. Poco al di sotto, i 18 neo-dirigenti del ministero dell'Università e della Ricerca saranno gratificati da una retribuzione di 143 mila euro, mentre ai sette colletti bianchi, in forza presso la Presidenza del Consiglio finiranno 122 mila euro.

Di tutto rispetto i salari riconosciuti dalla Farnesina. In arrivo 5 dirigenti, al costo di 106 mila euro, mentre i 31 nuovi segretari di legazione, prossimi ambasciatori in rappresentanza per l'Italia nel mondo, andranno 96 mila euro. Questa massiccia infornata di dipendenti sembra arrivare al momento opportuno. Alcuni giorni fa, sul portale del ministero della Pa dedicato al monitoraggio delle graduatorie, è apparsa una statistica piuttosto preoccupante. Attualmente, infatti, sono 3 mila gli italiani che hanno vinto un concorso pubblico ma che, pur avendo la certezza di entrare presto o tardi nei quadri dell'Amministrazione, non hanno ancora un posto.


E tra l'altro si tratta di una anagrafe molto parziale e ridotta, considerato che gli enti che risultano registrati sono appena 2.016. Alla fine del 2018, Il totale dei posti messi a bando presso le articolazioni dello Stato è pari a 20 mila e 350. Ma al momento solo 16 mila e 913 vincitori sono già dentro. Per gli altri è una questione di tempi perché le amministrazioni devono ancora assumerli. Ma, evidentemente, non si sono liberate le posizioni che servono.

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Il Messaggero