ArcelorMittal taglia la produzione di acciaio di tre milioni di tonnellate Impatti anche sull'ex Ilva

ArcelorMittal taglia la produzione di acciaio di tre milioni di tonnellate Impatti anche sull'ex Ilva
Una «decisione sofferta, ma necessaria» e che comunque «non cambia nulla nella strategia a lungo termine di ArcelorMittal Italia». Il colosso...

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Una «decisione sofferta, ma necessaria» e che comunque «non cambia nulla nella strategia a lungo termine di ArcelorMittal Italia». Il colosso dell'acciaio ArcelorMittal, che in Italia ha acquisito gli stabilimenti dell'ex Ilva, ha annunciato che ridurrà «temporaneamente la produzione primaria annua europea di acciaio di tre milioni di tonnellate». Una scelta dovuta ad una serie di fattori: dall'indebolimento della domanda all'aumento delle importazione in Europa di acciaio proveniente dalla Cina soprattutto, dagli elevati costi energetici all’aumento dei costi della CO2. Il tutto - accusa il colosso siderurgico - appesantito anche da «un’insufficiente protezione commerciale della UE». Sarà quindi sospesa  «temporaneamente la produzione negli stabilimenti siderurgici di Cracovia in Polonia» e sarà  «ridotta la produzione nello stabilimento delle Asturie in Spagna». Anche l'Italia è coinvolta nella decisione in quanto «l’aumento previsto del livello di produzione a 6 milioni di tonnellate in ArcelorMittal Italia subirà un rallentamento a seguito della decisione di ottimizzare i costi e la qualità della produzione». La «strategia a lungo termine» relativa agli impianti italiani invece per ora non cambia, «si tratta di un adattamento temporaneo agli attuali andamenti del mercato. Ambiente e Salute e Sicurezza restano le nostre priorità assolute e non ci sarà alcun impatto sugli investimenti previsti per il piano ambientale e industriale. Continueremo a lavorare con determinazione e serietà per portare a termine tutti gli impegni presi» assicura un successivo comunicato del gruppo. Ma l'annuncio preoccupa non poco i sindacati. «E' una decisione grave» attacca Francesca Re David, leader Fiom Cgil, che chiede «un incontro urgente di verifica in sede ministeriale sull'attuazione dell'accordo del 6 settembre del 2018 su investimenti, occupazione, processo di

esternalizzazione e sulle attività dell'ex Ilva in amministrazione straordinaria».
Geert van Poelvoorde, CEO di ArcelorMittal Europa  ha tenuto a sottolineare che «la  decisione di ridurre temporaneamente la nostra produzione europea di prodotti piani non è stata presa alla leggera. Comprendiamo l'impatto che questa scelta ha sui dipendenti e sulle comunità locali. Lavoreremo per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo».

Nonostante l'introduzione nel febbraio 2019 delle tariffe di salvaguardia permanenti nella UE, si è registrato un costante aumento delle importazioni di prodotti piani in Europa. In Europa - ricorda la nota di ArcelorMittal -  le importazioni di questo tipo sono attualmente ai massimi storici, con le importazioni di coil laminati a caldo in aumento quest’anno del 37% a partire dal 2017 su base annua. Inoltre, il prezzo della CO2 è aumentato di circa il 230% dall'inizio del 2018, determinando un'ulteriore pressione competitiva sui produttori siderurgici europei. Nel sistema di scambio di quote di emissioni della UE (ETS), solo l'acciaio prodotto in Europa è soggetto a una tassa sulla CO2. ArcelorMittal ha già chiesto l'introduzione di misure per cui l'acciaio importato abbia gli stessi standard applicati alla CO2 per l’acciaio prodotto in Europa ai sensi dei regolamenti previsti dall'ETS.

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Il Messaggero