Apple paladina della privacy digitale ma non della libera concorrenza: la società di Cupertino dovrà infatti pagare 450 milioni di dollari dopo che oggi la Corte...
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La corte non ha neppure tenuto udienza sul ricorso, lasciando in vita così la sentenza d'appello del 2015, che aveva confermato quella di primo grado del 2013, nella quale si stabiliva che la Apple aveva giocato un «ruolo centrale» nel cartello con gli editori per eliminare la concorrenza e aumentare i prezzi degli ebook. Secondo il dipartimento di giustizia, che aveva lanciato la causa insieme ad una trentina di Stati americani, lo schema avrebbe causato un rincaro dai 9,99 dollari, prezzo praticato da Amazon, a 12,99-14,99 dollari, a scapito dei consumatori, ora principali destinatari della somma che l'azienda dovrà pagare. «La responsabilità della Apple per la consapevole cospirazione con le case editrici per aumentare i prezzo degli ebook è definita una volta per tutte», ha commentato con soddisfazione Bill Baer, capo della divisione antitrust dello stesso dipartimento, criticando il comportamento della società come «cattiva condotta».
No comment per ora dal gigante della Silicon Valley, che però ha sempre respinto l'accusa sostenendo di aver lanciato un prodotto innovativo e di aver trattato con le singole case editrici. Fu lo stesso fondatore della Apple, Steve Jobs, a proporre direttamente a Murdoch un accordo per tenere alto il prezzo degli ebook e ostacolare l'avanzata di Amazon, come emerso da una sua email prodotta nella causa. Il messaggio era diretto a James Murdoch, figlio del fondatore di News Corp Rupert Murdoch e proprietario di Harper Collins, una delle cinque case editrici coinvolte insieme a Macmillan, Hachette, Penguin e Pearson. Tutte hanno già patteggiato per un totale di 166 milioni di dollari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero